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Gli esperti del vicentino sul rischio sismico negli edifici di sassi: “Attenzione al cemento armato”. Video

A pochi giorni dal terremoto che ha devastato una parte del centro Italia, sono in tanti nell’Alto Vicentino a chiedersi se le loro case, spesso seconde case, di sassi e legno, siano a rischio in caso di scosse.

Succede perché nelle frazioni o nelle contrade di montagne, molti posseggono, o vogliono ristrutturare o costruire, abitazioni che rispettino lo stile locale. Sassi, mattoni, legno e materiali naturali, che ben si inseriscano nel paesaggio nel quale vanno ad ‘intromettersi’.

A rassicurare o dare spiegazioni sul perché non ci si deve ‘tirare indietro’ da questi propositi, ci pensano l’architetto Giovanni Maria Vencato e il geometra Pierluca Battilana, dello studio ‘AArchitettura’ di Cornedo Vicentino.

“Il nostro territorio è simile a quello delle Marche – ha spiegato Vencato – E’ normale che in questi giorni ci sia preoccupazione da parte di chi possiede o intende possedere o ristrutturare abitazioni costruite con materiali come sassi, legno e malta di calce. Non ci si deve fermare, è sufficiente osservare alcune precauzioni e affidarsi a persone competenti, senza dimenticare di interpellare un ingegnere strutturale”.

Nel video, Vencato e Battilana spiegano alcuni accorgimenti, che variano dall’inserimento nella struttura di un ‘rivestimento’ in acciaio all’evitare inclusioni di elementi in calcestruzzo o cemento armato che, legati alla malta di calce, modificano l’elasticità della struttura.

E a chi propone di ricostruire un’Italia nuova di zecca, su modello giapponese o californiano, Giovanni Maria Vencato, con l’occhio e la competenza stilistica dovuti ad anni di studio nel mondo dell’architettura, spiega: “Il nostro è un territorio storico che proprio per la sua storicità ha un valore aggiunto. Per questo motivo dobbiamo salvaguardarlo e conservare con cura tutto ciò che lo rappresenta al meglio. Non possiamo pensare – ha concluso – di sostituire le strutture o modificare completamente l’aspetto delle nostre tipicità”.

Anna Bianchini