di Jimmy Greselin
Tempi duri per gli Atenei.
Al-Qarawiyyin in Marocco è la più antica Università del mondo, Parma, la più antica università d’Europa, Oxford, la più antica università del Regno Unito. Tutte unite da un triste destino. Tutte destinate ad essere superate dall’Università della strada, l’ateneo più frequentato del popolo dei social.
Profili straordinari su Facebook ci raccontano che milioni di persone, si sono autolaureate, i famosi selfiedoctor, proprio lì. Ad una breve analisi, sembra che sulla strada non ci siano asili, scuole elementari, medie o licei. Sulla strada si passa direttamente dall’analfabetismo alla Laurea.
Un tempo sulla strada giocavamo dopo la scuola, sulla strada si imparava a difendersi dai bulletti, si imparava a bestemmiare. La strada serviva alle auto e alle biciclette ai cavalli e alle mignotte. Attraverso le strade come vene, scorreva il mondo. Il bene e il male di quanto serviva per l’ABC dei rapporti umani.
Oggi l’ABC non appartiene più alle regole elementari, è diventato un corso di Laurea.
Quindi grazie a questa magnificente cornucopia culturale, mezzo mondo sentenzia su tutto e su tutti, sui social e interagendo con trasmissioni televisive, inviando SMS e Whatsapp ad minchiam in ogni angolo del globo terraqueo. Un’incontinenza mediatica che in mancanza di una adeguata rete fognaria, si riversa attraverso il nostro cellulare sulle tasche di ognuno di noi. Inconsapevoli ripetitori delle boiate peggiori, taxisti del pensiero bieco. Grazie ai nostri diari pubblici, volenti o nolenti mettiamo il microfono ai peggiori istinti liberando nell’aria un nefando odore di pressapochismo.
Ignoranti in cattedra, e, con l’aiuto della farfallina di Belen (mezzo di trasporto veloce per le bave dei maschietti con o senza laurea) i commenti più insulsi o le conclusioni più zotiche, aggiungono perle di saggezza ai fake confezionati apposta.
Ed è forse a questo che serve l’Ateneo d’asfalto, a non saper guardare oltre le figure. Nel tempo dei selfie, e delle immagini, leggere ed informarsi diventa superfluo. Basta una foto tarocca e milioni di analfabestie, sellano il cavallo (a dondolo) e dallo schermo del PC partono per le nuove crociate (parole, a volte autodefinite, più spesso facilitate). Insulti in quantità industriale rivolti quasi sempre a notizie false, sentenze e giudizi su ogni cosa accade nel mondo in virtù di una cultura bituminosa.
Insomma dalla strada all’olimpo, le Palle di Apelle che fece una palla di palle per polli, promuovono filosofi, sociologi e psicologi nuovi self made man, il tutto condito con olio solare e topless che tra un Nobel e l’altro magari una sveltina non guasta.
Seneca sosteneva che “molti potrebbero arrivare alla saggezza se non avessero la presunzione di esserci già arrivati”.
Così succede che una scienziata come Fabiola Gianotti, con meno di 800 followers diventa meno autorevole di KissyKissy89 che di followers ne ha 4900 .
La materia più studiata con tutta evidenza è il complotto. All’università della strada, fior fior di docenti con le cattedre all’osteria, fecondano migliaia di cervelli vergini, chiusi alla lettura di qualsivoglia noioso tomo, (molto più utile per fermare le porte) ma aperti a qualsiasi teoria sulle scie chimiche, vaccini killer e lobbies delle acque minerali. Particolari masters poi vengono rilasciati sugli illuminati, priorati e templari vari che, per quanto possano aver avuto un ruolo nella storia, a causa dei social, si ritrovano da custodi del Sacro Graal a bombaroli al servizio di un Felicetto qualsiasi o imbroglioni al soldo dell’Autan.
Se Oscar Wilde quando disse “tutti coloro che non sono capaci di imparare, si mettono ad insegnare” avesse avuto un profilo face book, probabilmente sarebbe stato massacrato da chissà quante KissyKissy89 e chissà quanti Guy Fawkes del Suman, paladini entrambe della democratica possibilità di far conoscere al mondo che il Che Guevara e il Bepin Garibaldi erano due eroi buoni, che il Corano e la Bibbia sono agli antipodi, che la pur pessima Boldrini era una ragazza coccodè e che entro due anni ci impianteranno un microchip sottocutaneo, magari per radiocomandarci.
Tutti laureati con 100 e lode nella pergamena gentilmente offerta dalle Cantine Riunite e il bacio accademico della figlia di Fantozzi.
Jimmy Greselin