Il momento della denuncia da parte di una donna, che decide di reagire e dire basta alla violenza che subisce è delicatissimo. Con l’autostima ‘sotto le scarpe’, il dolore che le devasta l’anima, la paura di non fare la cosa giusta ed il timore di affrontare un processo in cui dovrà rivivere l’incubo dei maltrattamento, dei soprusi e del disagio, prendono il sopravvento.
Rischia di non farcela a compiere quel passo che le cambierà la vita e se ancora le donne che subiscono violenza si trincerano dietro l’omertà è proprio per quell’ansia, che arriva a logorarle per un’intera esistenza. E’ fondamentale quindi, che trovino un luogo adeguato al loro dramma. Un posto protetto e confortevole, un ambiente privo di quelle formalità che rendono tutto più complicato.
Nasce così la 52esima ‘stanza tutta per sè’, realizzata per accogliere le donne vittime di violenza ed aiutarle nel momento della denuncia. Il momento della svolta, il momento in cui la donna vittima di maltrattamenti, che essa sia moglie, fidanzata, amante, madre o segretaria, ha la possibilità di riprendesi quella dignità calpestata da chi di lei non ha avuto rispetto. E’ stata presentata ufficialmente stamattina, nella caserma dei carabinieri di Dueville, dove il mondo rappresentativo delle associazioni che si occupano di questi reati, non sono volute mancare all’appuntamento fissato proprio nel giorno in cui si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il prima linea Soroptimist, autrice del progetto che si sta realizzando in varie parti d’Italia, con la consegna di queste stanze d’ascolto.
‘Quello di Dueville è un progetto provinciale, che ha trovato accoglienza in questa caserma dei Carabinieri non a caso – ha spiegato Cristina Toniolo dell’associazione Soroptimist – Bassano e Vicenza hanno collaborato per questa stanza che si trova a metà strada ed ha una collocazione strategica per tutte le donne che verranno ascoltate nella fase della denuncia, quando un’aula di tribunale o un ufficio delle forze dell’ordine risulta non opportuno per quanto dovrà fare quella donna, che va messa a proprio agio, deve trovare il ‘tepore’ di chi presterà attenzione al suo racconto ‘protetto’.
In un angolo, colpisce un tappetino colorato di quelli su cui giocano i bimbi . Puzzle e giocattoli, nel caso la donna ospitata abbia un figlio piccolo. Perchè quando c’è una madre vittima di violenza, c’è anche il suo bambino da tutelare e salvare.
Presente stamattina, il Procuratore Capo Antonino Cappelleri, che si è complimentato con le associazioni che giornalmente si occupano di violenza sulle donne, un dramma sociale che giornalmente, con dati da capogiro e probabilmente ancora sottovalutati dalla collettività, sfociano in tragedie. La violenza, infatti, se non denunciata, spesso sfocia in uno di quei delitti di cui sentiamo alla tv o leggiamo sui giornali. Fatti di cronaca reali, non favolette.
‘La società è cambiata – ha concluso Cappelleri – ormai la donna è entrata a far parte di tutte le sfere sociali, anche di quelle un tempo riservate esclusivamente agli uomini. Per loro non è facile ancora farsi largo e la loro emancipazione non è tollerata qualche volta, dal genere maschile che reagisce con soprusi e violenze di ogni tipo’.
Natalia Bandiera