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Diritto di abortire negato con l’80 % dei ginecologi veneti obiettori di coscienza

Come al solito deve accadere il fatto di cronaca per fare reagire la politica e dopo la notizia che ha fatto il giro dell’Italia della donna che gira a vuoto 23 ospedali nel civile nord est e che non riesce a trovare una struttura in grado di accoglierla e di garantirle il diritto ad abortire, in seno al consiglio regionale veneto nasce la querelle. ‘Quello che è accaduto – ha dichiarato la consigliera dem Alessandra Moretti – è il segnale gravissimo di una profonda retrocessione del Veneto nel campo dei diritti e della salute delle donne. Ho depositato una interrogazione urgente a Zaia per chiedere che si faccia luce, aprendo un’indagine interna per chiarire la questione: il governatore deve farsi garante del rispetto della legge 194 in tutte le strutture pubbliche del Veneto. Ritengo Zaia personalmente responsabile della sofferenza inflitta a questa donna e a tutte quelle che in questi anni sono rimaste in silenzio, senza denunciare la mancata assistenza”.
“Non può accadere che chi oggi scelga, con il dolore che sappiamo, di interrompere una gravidanza – continua l’esponente democratica – si trovi a vivere una vera e propria odissea. In Veneto, l’80 per cento dei ginecologi risulta obiettore di coscienza e ad oggi la nostra regione, come si è visto da questa triste vicenda, non è in grado di garantire il rispetto della legge 194. Credo che la storia di Giulia debba essere portata a conoscenza del ministro della Salute Lorenzin e ho sollecitato un’interrogazione parlamentare in tal senso”.
“Zaia dovrebbe prendere esempio da Zingaretti – conclude Moretti – che ha indetto un concorso per assumere medici non obiettori in un ospedale romano, in modo da garantire alle donne un diritto sancito dalla legge, una legge che appartiene alla storia dell’emancipazione femminile e che difenderemo in ogni modo. Non faremo passi indietro rispetto ai diritti conquistati dalle nostre madri”.