Il commercio non va bene, ma si investe sul cibo sano. Lo conferma Emanuele Cattelan, presidente Ascom del Mandamento di Thiene che, dopo aver analizzato la situazione dei negozi e dei saldi a circa un mese dal loro inizio, ha rivelato un dato confortante.
“La grande distribuzione lamenta un calo nelle vendite del cibo – ha spiegato – ma i negozi che trattano prodotti bio o generi alimentari di qualità, stanno registrando dati che indicano una crescita”.
Un segno positivo in un mare di criticità forse, ma che può rappresentare anche il segno dei tempi che sono cambiati. Se molti infatti sottolineano che ‘la crisi ha insegnato a recuperare i valori come la famiglia, il tempo trascorso in mezzo alla natura e un bel film con gli amici’, per molti evidentemente il benessere passa anche attraverso la salute.
E’ infatti in continuo calo il consumo di super-alcolici, ma è in forte diminuzione anche il reparto delle bibite gassate, con una virata in positivo per cibi biologici e prodotti di qualità.
“La grande distribuzione lamenta il calo delle vendite di alimentari di uso massificato – ha spiegato Cattelan – ma i negozi che propongono prodotti ricercati che puntano sulla salute non sono per niente in crisi. E’ un dato salutista, forse nel mercato generale è solo un piccolo punto a favore e non testimonia il recupero di un settore, quello del commercio, che è l’elemento portante dello sviluppo economico di una paese. Però è comunque un dato positivo, che evidenzia come le persone ci tengano alla salute”.
Meno cibo e di qualità migliore quindi e via libera all’acqua e a frutta e verdura, con anche tanta voglia di mettersi ai fornelli e recuperare le tradizioni culinarie di famiglia.
E per gli altri settori come procede? Secondo Cattelan, ancora una volta la crisi continua a battere su abbigliamento, calzature e accessori, mentre l’elettronica in qualche modo ne esce sempre a testa alta. “Grazie all’ultimo I-phone o I-pad, i negozi di elettronica continuano a sopravvivere senza troppi scossoni – ha sottolineato – E’ vero che è una battaglia di prezzi e vince chi lo tiene più basso, però in qualche modo è un settore che vede poca crisi”.
Abbigliamento e calzature faticano a migliorare. E se dopo un inizio di saldi tutto sommato positivo, la seconda parte dei saldi ha registrato un blocco. “Questo ha portato molti esercenti a diminuire ulteriormente i prezzi – ha commentato Cattelan – e le vendite in effetti sono riprese, perché anche chi non aveva bisogno del capo ha deciso di acquistarlo grazie ad un prezzo ancora più conveniente. La diminuzione ulteriore del prezzo di cartellino però – ha continuato – ha fatti diminuire la marginalità di guadagno per il venditore, che spesso con la cifra ricavata ha a malapena pagato il costo effettivo del prodotto. Questi dati – ha concluso – rispecchiano tutto il mandamento di Thiene, i negozi di città quanto quelli dei paesi più piccoli e sono in linea con l’umore nazionale”.
Anna Bianchini