C’è qualcosa di sbagliato nel vedere tanti giovani abbracciarsi, piangere, rifugiarsi negli angoli nascosti di un sagrato, lontano da tutti con il proprio dolore. Perché la perdita di una persona cara è sempre dolorosa, ma quando ad andarsene è una ragazza di 20 anni la stonatura è evidente. Una folla immensa di giovani e compaesani, amici e parenti della famiglia, conoscenti e colleghi hanno voluto dare l’estremo saluto a Cinzia Scettro, morta in un incidente domenica notte. Un dolore composto ed un silenzio eloquente più di mille parole hanno atteso la bara bianca, ricoperta di rose anche queste bianche. Accanto mazzo di rose più piccole e una foto. In Chiesa tanti girasoli ad aspettarla.
A seguire il feretro la mamma Mari, il papà Michael, la sorella Erica, i parenti. Più indietro Francesco, il fidanzato che era alla guida dell’auto e che viene invitato dalla mamma di Cinzia a mettersi accanto a loro, ad affrontare assieme il momento doloroso dell’ultimo addio al corpo di Cinzia.
Sono proprio le parole di mamma Mari e della sorella Erica, lette dal parroco di Sarcedo nell’omelia, a ricordare Cinzia e la sua voglia di vivere. La sua umiltà, il suo non chiedere mai niente di più, e il suo sorriso sempre presente nonostante le difficoltà economiche e familiari, i lutti come quello della zia di cui portava il nome. Il suo amore grandissimo per i due nipotini, tanto adorati da volersi tatuare il loro nome. E poi, la sua felicità quando si era innamorata di Francesco. Momenti semplici, di normale quotidianità: il rubarsi i vestiti tra sorelle, la mamma che non le regala il motorino a 16 anni per evitare che le succeda qualcosa di grave. Il rimorso di non averla protetta abbastanza e il perdono al suo fidanzato, perché così avrebbe voluto Cinzia, che tanto gli voleva bene.
Una ragazza piena di allegria, di spensieratezza e di colori, come la ricorda Francesca al termine della cerimonia, salutando la cugina con cui ha diviso tanti momenti di gioia, tra confidenze , canzoni e latte con i biscotti. Momenti che avrebbe voluto condividere anche crescendo, diventando grandi e donne assieme. Purtroppo Cinzia non c’è più, ma ha lasciato un segno nei cuori di tutti gli amici, che hanno voluto salutarla ricordandola anche con la musica: le parole dell’amica sono accompagnate da Piccola Stella senza cielo di Ligabue, una canzone che lei amava.
Ad accoglierla all’uscita della chiesa ancora la musica, che dall’autoradio di una macchina dedica Maledetto Sabato di Povia, scritta dal cantante dopo la perdita di un amico in un incidente mentre viaggiavano assieme, e Eros Ramazzotti con “è per te”. Le parole della canzone accompagnano la folla verso il cimitero.
Uno striscione degli amici appeso al muro di fronte all’ingresso della Chiesa rimane lì, tra la commozione di tutti: “Non so volare ma ci devo provare dicevi, ora lo puoi fare per sempre”.
Nicole Zavagnin