Cogollo del Cengio è pronto ad accogliere la 32° adunata dell’associazione nazionale Granatieri di Sardegna programmata per il 4 e 5 giugno, e lo farà con un benvenuto decisamente eccentrico, strizzando ironicamente l’occhio alla tradizione che vuole i cogollesi dediti a issare un malcapitato toro per brucare l’erba sul campanile.
Per festeggiare il conferimento della cittadinanza onoraria al 1° Reggimento Granatieri di Sardegna, che sul Cengio durante la Grande guerra persero migliaia di uomini, e che sarà consegnata in sala consiliare dal Primo cittadino Piergildo Capovilla sabato alle 11.30, i volontari della Proloco di Santomio ‘veglieranno’ per 15 ore di fila al Bocciodromo un intero toro allo spiedo di 400 chilogrammi, cotto lentamente sulle braci.
Ma prima di abbandonarsi alle gioie del palato i 150 granatieri, attesi da tutta Italia, renderanno onore alla bandiera ed al monumento ai caduti alla presenza di numerose alte cariche dell’Esercito, tra cui il generale Giovanni Garassino, ricordando come esattamente 100 anni fa altri granatieri finirono la loro esistenza in un tragico volo suicida giù fino al fondo della valle dell’Astico, episodio da cui nacque la leggenda del ‘Salto del Granatiere’.
I centinaia di turisti che affolleranno la piazza di Cogollo sono invitati a visitare anche la mostra allestita per l’occasione, con pezzi che provengono dal Museo dei granatieri di Roma e dal Museo di guerra di Rovereto, con importante contributo dato anche da 5 collezionisti privati. Tra i pezzi notevoli ci sono le divise risalenti al ‘700, numerose armi, documenti inediti e pezzi di artiglieria molto ricercati dai collezionisti.
Marta Boriero