La politica deve intervenire velocemente per far sì che chi ha truffato gli azionisti paghi, ma i Veneti devono fare autocritica e capire quali sono state le loro colpe.
In un clima di rabbia e sfiducia queste sono tra le questioni emerse venerdì sera, nella sala convegni del ristorante ‘Al Granatiere’ di Cogollo del Cengio, teatro di un incontro sulle maxisvalutazioni bancarie e sulla tutela dei risparmiatori, organizzato dall’associazione culturale Viva Cogollo.
Una necessaria premessa di stretta analisi finanziaria sul mondo dei contratti bancari, che nascondono dietro a voci incomprensibili spese illogiche che la banca applica ai correntisti, è stata fatta dal Giulia Negrin, esperta di analisi finanziaria della Erredi Consulting. Ma nonostante la palese colpevolezza delle banche che segue la mera ragione speculativa, anche l’azionista ha la sua parte di responsabilità, in quanto, ha confermato con forza Negrin, ‘è compartecipe al rischio di impresa’.
A portare il punto di vista della politica ai numerosi presenti è intervenuto l’onorevole del Partito democratico Federico Ginato, parlamentare della commissione bilancio e finanze, che proprio in questi giorni ha presentato un appello alla Camera dei deputati per chiedere al Governo impegni concreti per accertare le responsabilità nei confronti degli azionisti truffati della BpVi e di Veneto Banca. E che da alcuni mesi sta lavorando per mantenere viva l’attenzione sulle responsabilità del crac delle azioni della BpVi.
La politica deve intervenire, ha detto chiaramente Ginato, e nel modo più celere possibile, ed è necessario creare una sezione autonoma che si occupi in Procura di punire i colpevoli, e poi limitare i mandati del presidente e ridimensionare gli stipendi dei dirigenti, assolutamente gonfiati rispetto alla media europea.
‘E’ comunque indispensabile – ha però precisato l’onorevole del Pd – una educazione finanziaria per i cittadini. Noi non avevano interiorizzato il fatto che essere azionisti significa partecipare ai rischi societari, ed il sistema bancario deve comunque essere garantito. I Veneti in particolare devono fare autocritica e guardarsi in casa, non dare sempre colpa all’Europa’.
Non sono mancati interventi duri da parte del pubblico, di persone colpite nel vivo non solo nel portafoglio, ma ovviamente nella fiducia verso gli istituti bancari che fino a pochi mesi fa apparivano inossidabili e che invece stanno manifestando adesso e a spese degli azionisti tutta la loro debolezza. E quel che è peggio, è palese la sfiducia che giustizia possa essere fatta in quello che si configura sempre di più come un immobilismo per niente rassicurante, vissuto dalla gente come un ‘disegno criminale’ contro il quale nulla si può fare.
L’inerzia dei governanti, l’Europa sentita come una entità estranea, la torta che viene divisa tra i ‘soliti noti’ sono gli argomenti che scuotono il pubblico, diviso piuttosto equamente tra diversi schieramenti politici. Ma unico è il sentimento di frustrazione, e di sicuro Ginato non ha predicato in una chiesa già convertita, piuttosto nella piazza delle esecuzioni in cui, con amarezza di tutti i presenti, che si sentono abbandonati da politica e istituzioni, il colpevole non è ancora salito sul carro, ed è lampante che nessuna giustizia ad oggi è lì a ridare fiducia agli azionisti traditi.
Marta Boriero