Un nervo scoperto, un disagio evidentemente troppo a lungo sopportato e che ora sta venendo a galla, con toni pacati, certo, ma con contenuti di fuoco. Il caso-pediatri si sta trasformando in una tempesta nell’Alto Vicentino, nel territorio di competenza della Ulss 4. E cominciano a fioccare le lettere,
le testimonianze, le prese di posizione di genitori che non ce la fanno più.
A lanciare il primo sasso era stata Daniela Carraro, direttore generale dell’azienda sanitaria. Che aveva sollevato il problema delle troppe presenze di bambini nel Pronto Soccorso di Santorso, spesso per patologie banali, il che contribuiva a provocare comunque intasamento e interminabili attese. A replicarle aveva pensato ieri, sempre dal sito di Thiene on line, l’assessore ai Servizi per la persona e la famiglia del Comune di Thiene, Maurizio Fanton. Sostenendo che non ai genitori apprensivi bisognerebbe dare la colpa, quanto ai metodi di assegnazione dei pediatri da parte della Ulss 4. “Metodo senza logica” – come li definisce l’assessore Fanton. Che porta a supporto di quanto afferma i casi di due mamme: una di Thiene che s’è vista assegnare il pediatra a Marano Vicentino. L’altra di Marano che per far curare il figlio deve portarlo a Villaverla.
Ma aumentano le mamme che decidono di metterci la faccia, e così le testimonianze. Come quella di Francesca Piva: “Sono una mamma di una bimba di 19 mesi – scrive – e volevo esprimere il mio pieno sostegno alle parole dell’assessore Fanton. E’ vero, quasi sempre per poter far sì che i nostri figli siano visitati si deve ricorrere al pronto soccorso e poi pagare anche la prestazione. Non mi ritengo una mamma troppo apprensiva e non mi allarmo per un giorno di febbre, ma quando ho avuto veramente bisogno del mio pediatra (specifico che vivo a Marano ed ho il pediatra a Carrè) ho solo 1 giorno per poterlo chiamare (e durante il mio orario di lavoro) e quasi mai sono riuscita ad ottenere una visita per il giorno successivo. Al massimo ricevo da parte dell’impiegata, che fa da tramite tra me il dottore, i consigli su come fare e qualche volta quale medicina poter dare a mia figlia”.
Prosegue la signora Piva: “I pediatri dovrebbero rispondere dalla 8 alle 20 e visitare i nostri figli quando lo riteniamo opportuno. Sono d’accordo che non devo portare mia figlia per un raffreddore, ma quando per esempio chiamo il lunedì perché mia figlia ha la febbre da 2-3 giorni, gengive gonfie e tumefatte, tosse e strani punti sull’addome l’impiegata mi dice di aspettare e vedere come evolve la situazione fino a mercoledì-giovedì. Richiamo mercoledì e mi dà la visita per giovedì sera. Nel frattempo mia figlia ha fatto quasi una settimana sveglia di notte per il dolore senza che nessuno mi dicesse come potevo aiutarla.
In conclusione, ritengo sia giusto non abusare del pronto soccorso, ma neanche giusto dover prendere un pediatra in privato per poter far sì che mia figlia sia visitata in tempi brevi o poter parlare al telefono con un dottore. Quindi è indispensabile migliorare il servizio. Ed è bene ricordarsi che quando un bambino sta male, il genitore deve essere messo in condizione di dare al proprio figlio l’assistenza migliore”.
di Redazione Thiene on line