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Carenza di medici, Coletto incontro il ministro Grillo. ‘Ecco come si può risolvere il problema’

“Per affrontare in concreto e in tempi brevi la carenza di medici che si registra un po’ ovunque in Italia è necessario poter inserire nelle strutture sanitarie gli specializzandi dell’ultimo anno e consentire alle Regioni di assumere medici laureati e abilitati, ancorchè non specializzati. Dopo un incontro avuto con il Ministro Giulia Grillo assieme ai colleghi Gallera della Lombardia, Riccardi del Friuli Venezia Giulia e Viale della Liguria, credo siamo sulla buona strada. Il Veneto è già pronto a procedere”.

 

Lo sottolinea oggi l’Assessore alla sanità della Regione Veneto Luca Coletto riferendo di un incontro avuto ieri al Ministero della Salute nel quale si è discusso di nuove modalità di accesso del personale medico al servizio Sanitario Nazionale ed il relativo stato giuridico.

 

“E’ una posizione condivisa un po’ da tutte le Regioni”, dice Coletto, che definisce “opportuno l’intervento sulla questione fatto oggi anche a livello di Coordinamento degli Assessori alla Sanità delle Regioni Italiane”.

“Nel nostro incontro – riferisce Coletto – il Ministro Grillo ci ha dimostrato interesse e concretezza, dei quali la ringrazio. Ritengo che, una volta chiariti i necessari passaggi a livello tecnico, si possa passare all’azione”.

“Come Veneto – ricorda Coletto – abbiamo inserito le problematiche del personale sanitario e della formazione nel pacchetto per l’autonomia che stiamo confrontando con il Ministro Stefani e contiamo quindi in prospettiva di poterci muovere come riteniamo più opportuno per la nostra sanità. Nel frattempo però siamo in prima fila anche a livello nazionale dove, volendo, si può concretizzare l’ipotesi emersa nell’incontro al Ministero”.

“Noi siamo pronti – sottolinea Coletto – a indicare anche un elenco di ospedali formatori dove possano accedere gli specializzandi, superando così l’assurdità delle borse di specialità nazionali con il contagocce, che sono molte di meno di quanti sono i laureati in medicina ogni anno, e comunque inferiori al fabbisogno reale”.