Grande festa domenica prossima, 4 settembre, per la Pro Loco di Calvene che spegne quest’anno le sue prime 30 candeline in coincidenza con l’ultimo giorno della tradizionale sagra paesana di fine estate.
L’Anonima Magnagati, il Coro di Vicenza, il Piatto del Trentennale, lo spettacolo pirotecnico che scoppietterà nei cieli calvenesi sono solo alcuni degli ingredienti di una serata che rimarrà negli annali di molti calvenesi e non solo. Ma non è finita qui, anzi: per volontà della sua giovane presidente Lavinia Testolin e del suo instancabile team sarà una manifestazione nel nome della solidarietà con il pensiero e il cuore rivolti soprattutto ai terremotati, specie quelli marchigiani.
Tutto il ricavato della lotteria sarà, infatti, consegnato nelle mani del vescovo di Ascoli Piceno, don Giovanni D’Ercole, che dal 2008 ha visitato Calvene in ben quattro occasioni, l’ultima a maggio di quest’anno.
L’aggancio per questa amicizia con il presule marchigiano è nato grazie a don Marco Pozza, nativo di Calvene, che negli anni dei suoi studi romani viveva con mons. D’Ercole.
“Il vescovo Giovanni – afferma don Pozza, oggi cappellano del carcere di Padova – è lo straccio di Dio nella terra ascolana: i telegiornali l’han ritratto in questi giorni con la camicia impolverata, lo sguardo di un padre-turbato, il piglio dell’uomo che a Dio non risparmia alcun perchè. Con in mano la pala e sulla testa la mitria – strumenti primordiali del potere che si tramuta in servizio – s’è ficcato dentro la morte del suo popolo per tentare d’intravedere la strada della salvezza. Per organizzare la speranza in piena notte: «Ho visto il buio e sentito le grida della gente – ha detto don Giovanni raccontando cosa gli si è apparso al suo arrivo a Pescara del Tronto -. Poi scosse di terremoto. Solo con le luci dell’alba ho potuto rendermi conto che il paese era stato raso al suolo. Un bombardamento ha distrutto completamente il paese».
E se è vero che l’amico si vede soprattutto nel momento del bisogno, si può proprio dire che questa bella iniziativa non potrà che rinsaldare ancor più l’amicizia tra don Giovanni e la sua terra ascolan oggi piegata e la terra generosa di questo piccolo ma vivace lembo di terra pedemontana di Calvene.
di Redazione
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