Sono solo 3 i comuni nell’Alto Vicentino che ad oggi hanno proibito lo scoppio dei botti di Capodanno sul suolo pubblico: Piovene Rocchette, Posina e Tonezza.
Petardi e affini sono odiati senza appello dagli animalisti ma anche poco benvisti dagli amministratori. Sono ben note infatti non solo le fughe o morti per crepacuore degli animali come cani, gatti, ma anche volatili e animali da allevamento, causate dagli scoppi, ma anche i fastidiosi i problemi di imbrattamento del suolo pubblico. E’ raro infatti che i cittadini che si divertono a far scoppiare i petardi ne raccolgano da terra i resti.
Quest’anno si aggiunge poi anche il pericolo di incendi causato dalla siccità. Un petardo che scoppia nel posto sbagliato può costare caro a tutti e causare danni ingenti al patrimonio pubblico e privato.
Per quanto riguarda Piovene e Posina non si tratta di una novità. È già qualche anno che i due comuni emettono l’ordinanza,
Ma al provvedimento di questi comuni al momento non c’è seguito. Arsiero, Caltrano, Carrè, Chiuppano, Cogollo, Lastebasse, Lugo, Pedemonte, Sarcedo, Valdastico, Valli (è di poche ore fa il comunicato nel quale l’amministrazione si definisce ‘amica degli animali’), Velo e Zanè lo considerano un fenomeno limitato che non ha mai causato proteste da parte dei cittadini.
Non fa parte dei programmi nemmeno dei comuni di Breganze, Calvene, Fara, Laghi, Malo, Marano, Salcedo, San Vito di Leguzzano, salvo diverse decisioni dell’ultima ora.
Altri paesi come Torrebelvicino non la emetteranno per puro senso pratico. ‘Non sarebbe possibile farla rispettare’, ha dichiarato il sindaco Emanuele Boscoscuro. E non ha tutti i torti. Altri sindaci sono arrivati alla conclusione che il problema deve essere considerato ad ampio raggio, comprendendo tutti i comuni dell’Alto Vicentino. Vale a dire: o la facciamo tutti, o non serve a nulla.
È quanto ha evidenziato il sindaco di Santorso Franco Balzi, che già da qualche settimana aveva sollevato la questione con i colleghi. ‘Credo che solo un’azione coordinata e uniforme sul territorio più ampio – ha detto Balzi – possa avere un senso in questo genere di iniziative. Pur condividendo il dubbio sulle difficoltà ad esercitare sul piano sostanziale i necessari interventi di verifica, il nostro è un orientamento favorevole’.
Sulla stessa linea è il sindaco di Monte di Malo Mosè Squarzon. ‘L’ordinanza ha valore se fatta su tutto il territorio dell’Alto Vicentino – ha detto – ma vorrei aggiungere che, per quanto riguarda la sensibilità verso gli animali, ha molto più valore un lavoro fatto a priori sulle coscienze’.
Anche Zugliano è dello stesso parere. ‘Ritengo che questo è uno di quei provvedimenti – ha detto il sindaco Sandro Maculan – che hanno senso solo se è un area vasta che li decide insieme’.
Dopo aver valutato pro e contro non la farà nemmeno il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto. ‘Non certo perché mi diverto con i botti – ha detto – visto che non ne ho mai fatto scoppiare uno in vita mia, ma perché trovo un poco ipocrita fare una ordinanza che si sa che non si potrà far rispettare, senza contare che si verrebbe a creare una situazione assurda in cui non posso far scoppiare i botti sul suolo pubblico, mentre a pochi metri, su suolo privato, sì. Come lo scorso anno ho inviato invece delle lettere ai gestori di bar e ristoranti che sono particolarmente vicini ad allevamenti, pregandoli di usarle i petardi con coscienza. Ricordo che in passato non erano rari i casi di mucche che a causa dello spavento hanno anche abortito. Ma per fortuna lo scorso anno questa raccomandazione puntuale è servita’.
A Schio il sindaco Valter Orsi tenterà invece il compromesso. ‘Stiamo lavorando già da tempo sul controllo delle vendite dei botti per eliminare quelli illegali, ovviamente con una potenza fuori legge. Ugualmente abbiamo deciso da poche ore di far uscire una ordinanza il giorno 30 che permetta l’uso di petardi, mortaretti e simili solo da mezzanotte all’una della notte di Capodanno. In ogni caso sarà vietato, per scongiurare anche il pericolo di incendi, far scoppiare i botti nelle zone collinari e montane, nonchè in centro storico’.
Marta Boriero