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B come bisex. La nuova frontiera sessuale degli adolescenti italiani

I giovanissimi italiani sempre più bisessuali, col 65% delle femmine e il 35% dei maschi.

La trasmissione Tagadà sulla rete La7, ha portato alla luce l’impressionante dato, che fa emergere una nuova tendenza tra ragazzi e ragazze che senza problemi dichiarano la loro sessualità.

Sarà il bisex dunque la nuova frontiera sessuale della Gen Z, di giovani nati tra il 1990 e il 2010?
E quindi, bisex è una moda, una maschera o uno scelta di vita?

Rispondere è un azzardo, specie quando si ha a che fare con i giovani che vivono l’adolescenza con tutti i crismi di cui ne è caratterizzata: forti ma vulnerabili, spavaldi ma paurosi. Vivono questo periodo di transizione che li porterà a essere i futuri uomini e donne, esasperando le proprie criticità e potenzialità, in un susseguirsi di cambiamenti a livello fisico, psichico ed emotivo.
Di come vivono la loro sessualità adesso, stando a uno studio dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, sono più propense a parlarne le ragazze. I maschi sentono più il peso della bollatura morale di un giudizio o pregiudizio nei loro confronti e di conseguenza, nascondono di più.

E se fosse una moda? Il tempo dei giovanissimi è scandito dai ‘mi piace’ su un social network, dimostrandosi più pragmatici di quanto si possa pensare. Perché se per le generazioni più grandi, la trasgressione veniva manifestata con tatuaggi o piercing, ora sui social per le ragazzine di 15 e 16 anni l’etero fa troppo tendenza, dichiarandosi bisex perché ‘fa figo’.

Una maschera? Palesare il proprio orientamento sessuale in determinati contesti sociali è ancora un taboo. In vari studi emerge che, soprattutto i maschi, nascondono la propria omosessualità dichiarandosi fortemente etero scivolando poi su un bisex sussurrato.

Si può scegliere di essere bisex? Quando sarà il momento, capiranno da soli che la propria sessualità non è una scelta di vita, ma la propria umana naturale condizione. Nel frattempo contribuiscono ad un mondo diverso e più aperto, dove parlare del proprio orientamento sessuale, qualunque esso sia, è diventato normale grazie ad una contrazione della discriminazione che resiste soprattutto nelle zone più retrograde della società. Solo il tempo potrà dire se era un ‘effetto dell’età’ o un vero orientamento sessuale, sperimentando nel frattempo la propria libertà di conoscere se stessi.

Questi sono gli uomini e le donne del futuro, il capitale umano della società. E nel desiderio comune di  una società migliore, sarebbe infruttuoso osteggiarli,  puntando in un investimento al meglio su di loro, dando valore al loro impegno, ai loro sogni, accrescendo la fiducia in loro stessi. Perché i giovani siano liberi di diventare quello che sono, è necessario imparare a sdoganare le etichette, credere in quella ribellione che li condurrà in un percorso di crescita personale, di libertà e onestà. La società forse ha bisogno di questo: di uomini e donne onesti, padroni delle loro idee e di loro stessi.

Paola Viero