Sono sempre di più i giovani con problemi psicopatologici. Lo confermano i dati di Ulss 4 sulla tutela dei minori e lo conferma Alberto Leoni, direttore dei Servizi Sociali dell’azienda sanitaria locale.

Sono 399 i giovani al di sotto dei 18 anni affetti da problemi psicopatologici, ben 100 in più rispetto alla media degli ultimi 5 anni, dei quali 63 sono affidati a strutture educative o case famiglia. Dati allarmanti, che mostrano una società che sta ‘perdendo il polso’ con i più giovani, che alle prese con la vita spesso gettano la spugna rintanandosi dentro sé stessi per paura di affrontare il mondo dei grandi.

Alberto Leoni, qual’è la fascia di età più colpita?

Stiamo parlando di ragazzi dai 14 ai 18 anni. Adolescenti complessi, che si dimostrano ‘difficili’ in famiglia e nella società. A scuola dimostrano uno scarso livello e sono disinteressati agli stimoli. Sono i giovani che non studiano, ma allo stesso tempo non cercano lavoro e rifiutano il futuro. Si chiudono in casa e in sé stessi escludendo il mondo.

Ma che cosa sta succedendo ai ragazzi?

La società si è modificata e molti giovani hanno ‘perso’ i punti di riferimento tradizionali. La stessa famiglia non è più quella di una volta e ci sono nuclei ricomposti dopo 2 o 3 separazioni. Molti  giovani quindi sono passati attraverso varie figure genitoriali e hanno ‘perso il filo conduttore’.

Alla base quindi c’è la responsabilità dei genitori? Non siamo più bravi genitori?

Le famiglie classiche oggi sono solo il 39%. E i valori non sono più quelli solidi di un tempo. I genitori sono molto più fragili, si sono affievoliti i punti di riferimento e molti nuclei hanno bisogno di sostegno.

Ci sono investimenti sufficienti per far fronte a queste esigenze?

Questo è il problema più grosso. Oggi si spendono più soldi per gli anziani che per i giovani. Su 95milioni di euro utilizzati per le aree ad alta integrazione socio sanitaria (soldi che includono il supporto privato), solo 11milioni e 800mila vengono usati per i minori e ben 52milioni per gli anziani. E’ chiaro che non si può pensare di non investire più su chi invecchia, però è necessario un riordino dei costi della politica per aumentare i fondi per la tutela dei minori e l’assistenza alla famiglia.

Come vengono distribuiti gli investimenti per i minori oggi?

800mila euro sono per gli inserimenti, 250mila per il servizio di educatori a domicilio e 150mila per gli inserimenti in strutture diurne. Sono in aumento le famiglie multiproblematiche e di conseguenza anche i minori con problemi psicopatologici gravi che necessitano il ricovero ospedaliero. Molti dati vengono forniti dalle forze dell’ordine e dalla Prefettura e sono preoccupanti.

Cosa bisogna fare per fronteggiare e tentare di risolvere questo fenomeno?

E’ necessario sostenere di più le famiglie attraverso la rete del volontariato locale e aumentare la specializzazione tecnica degli interventi. E’ importante potenziare i servizi semiresidenziali per evitare il distacco dei giovani dalla famiglia di origine. Ed è fondamentale riordinare i costi della politica per avere più risorse da destinare al settore della tutela dei minori.

Anna Bianchini

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