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Schio. Ecco chi sono i giovani ‘sani’ di Arcadia

Non è più un caso isolato e la pazienza ha un limite. Premesso che ho simpatia e ammirazione per i ragazzi che si impegnano e decidono di crescere all’interno di un movimento, un circolo culturale, un’associazione impegnata nel ‘vero sociale’, anzichè stare a poltrire a casa o a giocare alla play station atrofizzando il cervello, mi chiedo chi siano gli iscritti di Arcadia. Premetto anche che non ho intenzione di fare di tutta l’erba un fascio, ma credo sia arrivato il momento di denunciare e anche un organo di stampa può farlo. Perchè sia di monito ai genitori che forse non conoscono i figli, che forse non li sanno tenere a bada, che non insegnano il valore del rispetto, innanzitutto, verso una persona adulta.
Qui non si tratta di essere di destra o di sinistra, io ho frequentato ambienti di entrambe le sponde, ma erano ambienti sani, dove il fermento politico può essere motivo di crescita e di arricchimento. Ma quanto accade all’interno di Arcadia non mi sembra avere nulla a che fare con il fermento di giovani pensanti, che più che essere stimolati dalla voglia di fare delle cose insieme per la società, sembrano animati da odio per le idee che non coincidono con le loro. E allora, capita che vai a fare un servizio con Forza Nuova per spiegare alla gente e ai lettori perchè da qualche tempo ti ritrovi nella buca della posta dei volantini e ti ritrovi linciata virtualmente da ragazzetti che possono avere l’età di tuo figlio, che ti danno della ‘merda’, della ‘demente certificata’, dell”ignorante’.
Fosse la prima volta, ci passerei sopra, ma la violenza verbale, i profili che sono andata a studiarmi attentamente con l’aiuto di una mia amica psicologa, fanno pensare a ragazzi che hanno bisogno di serio aiuto, più che di ragazzi appartenenti ad un’associazione culturale. Ripeto, non è la prima volta. Era accaduto anche l’anno scorso quando la recidiva Eva Svamp, di cui ci piacerebbe conoscere i genitori per stringere loro forte la mano, ha insultato sulla nostra pagina facebook una cronista che aveva avuto solo il torto di intervistare alcuni sindaci dell’Altovicentino e chiedere loro cosa ne pensassero dei matrimoni gay. Apriti cielo. Un accanimento ed una violenza da lasciare di sasso. Abbiamo subito pensato ad un fake di qualche ragazza che ce l’avesse per motivi personali con la giornalista autrice del pezzo. Macchè, era solo una ragazzina scatenata, una specie di scheggia impazzita del web, che sfugge evidentemente al controllo di genitori che non prestano attenzione. Ma non è tutto: sempre l’anno scorso, sono dovuta andare dalla madre di un’altra ‘pazza della rete’, che dopo aver postato un articolo sull’islam, aveva messo in piedi qualcosa che sembrava cyberbullismo.
Anche in questo caso, insulti, violenze verbali inaudite ed un profilo psicologico emblematico di una generazione perduta. Solo il volto avvilito di quella madre sola in balia di una figlia maleducata e irrispettosa delle regole, ci aveva fatto desistere dal querelarla pensando alle spese legali che avrebbe dovuto sostenere quel genitore già ‘punito’ dal solo fatto di avere una figlia de genere. Ma adesso è troppo e nonostante sappiamo benissimo che il mondo di internet è incontrollabile, ci dichiariamo stufi di sti ragazzetti che non conoscono le più piccole regole del vivere civile.
Lungi da me giudicare, ma vi chiediamo di tenere a freno i vostri ‘leoncini da tastiera’ , per questa volta non denunciamo, la prossima volta, passeremo alle vie legali perchè probabilmente serve qualche lezione esemplare.  Mi chiedo, se questi ragazzi ora fanno così avendo a disposizione lo strumento della rete, da adulti cosa saranno?
Adesso, mi aspetto una molotov davanti casa.
Natalia Bandiera