Come in ogni ospedale, pure a Santorso, c’è la cappella, nuova, molto bella e pure arredata. In tanti, però, lamentano che la chiesetta dell’Ospedale “Alto Vicentino” è sigillata di sera e aperta ad orari come in un supermercato, durante il giorno.
A rompere il ghiaccio e a sciogliere il silenzio la voce di un amministratore del thienese, il consigliere di maggioranza del comune di Lugo di Vicenza, Sandro Pozza, memore di una sua personale esperienza pastorale con i Padri Camilliani sette anni fa all’ospedale di Padova. ‘Domenica sera sono andato al nosocomio di Santorso per fare visita ad un mio zio e alle 19.30, passando davanti alla cappellina, ho notato che era chiusa, sigillata. Com’è possibile? E se uno volesse semplicemente fare una preghiera e ritirarsi in silenzio in attesa dell’esito di un esame o di un’operazione di un congiunto o per staccare comunque dal “fuori”? La stessa sensazione di smarrimento l’avevo avuta l’anno scorso visitando quotidianamente l’amico don Piergiorgio Sandonà: in tanti volevamo pregare per lui, ma non c’era un luogo aperto’.
Ragioni sacrosante queste sollevate dal consigliere Pozza che continua: ‘Papa Francesco ci ricorda in continuazione che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli. Lui vede la Chiesa come un ospedale da campo dopo la battaglia: le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate’.
Che si può fare? ‘In questi giorni – spiega Pozza, 31 anni, insegnante di Lettere e Religione anche al “Garbin” di Thiene – spedirò una lettera al vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, a quello di Padova, Antonio Mattiazzo, ai vertici dell’ULSS 4 e al Presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 4, nonché mio sindaco, Robertino Cappozzo. Chiederò che la cappella rimanga aperta giorno e notte, sempre, magari con una turnazione di volontari notturni come per l’adorazione perpetua di San Sebastiano in città a Thiene. Quest’ultima ipotesi, comunque, non risulterebbe nemmeno estremamente necessaria, in quanto può essere messo anche solo un servizio di videosorveglianza. L’occasione del Giubileo Straordinario sulla Misericordia indetto da Francesco dall’8 dicembre prossimo potrebbe essere l’input giusto per quest’apertura, anch’essa straordinaria’.
‘La malattia e la sofferenza – così si conclude la lettera del consigliere Pozza, che ha insegnato pure Antropologia Filosofica e Teologica alla Scuola Teologica del Vicariato di Thiene – sono sempre state tra i problemi più gravi che mettono alla prova la vita umana. Nella malattia l’uomo fa l’esperienza della propria impotenza, dei propri limiti e della propria finitezza. Ogni malattia può farci intravvedere la morte. La malattia può condurre all’angoscia, al ripiegamento su di sé, talvolta persino alla disperazione e alla ribellione contro Dio. Ma essa può anche rendere la persona più matura, aiutarla a discernere nella propria vita ciò che non è essenziale per volgersi verso ciò che lo è. Molto spesso la malattia provoca una ricerca di Dio, un ritorno a lui’.
E tutto può cominciare semplicemente con una cappella aperta 24 ore su 24. Come in un ospedale da campo dopo una battaglia. Parole di Francesco che il prossimo 8 dicembre aprirà la Porta Santa. Chissà mai che la proposta dell’amministratore Pozza non apra anche la Porta “Santa” della Cappella dell’Ospedale “Alto Vicentino”.