Erano le 16.45 di sabato 23 febbraio 1974 quando un violento boato fece tremare i muri delle case di Asiago e una nuvola nera si levò dalla piana del Melar per oltre 500 metri.
Attimi di tensione e di smarrimento che avrebbero segnato per sempre la comunità dei Sette Comuni. Più di quattro quintali di polvere da sparo, tubi di gelatina perfettamente conservata e compattata grazie al ghiaccio: bastarono poche picconate per far saltare un deposito dimenticato dai genieri della prima guerra mondiale in cui trovarono la morte 7 recuperanti.
Di quel tragico evento in cui persero la vita Mario Baù di 37 anni , Franco Costa di 32, Oreste Costa di 46, Danilo Dal Sasso di 23, Roberto Dal Sasso di 44, Valerio Rigoni Stern di 38 e Pierantonio Vellar appena diciottenne, non restò che un largo cratere profondo oltre un metro e mezzo e largo più di dieci e una scena fatta di brandelli d’ uomo sparsi per centinaia di metri che atterrì i soccorritori inermi di fronte a tanto scempio.
A ricordare quelli che furono ribattezzati anche dalla stampa nazionale come gli ‘ultimi recuperanti per hobby’ a 48 anni dal doloroso fatto, il Sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern accompagnato dal sindaco dei ragazzi e in rappresentanza del Consiglio Comunale la presidente Chiara Stefani.
Per quelle giovani vite altopianesi un fiore e un pensiero: oggi su quei prati che sono già verdi e baciati da un sole quasi primaverile, c’è solo una brezza leggera.
M.Z.