Nessuno voleva crederci, e tutti hanno lottato fino all’ultimo per salvare i posti di lavoro alla cartiera NGP di Arsiero, ma l’ultima battaglia si è conclusa da poche ore con una sconfitta che ha un solo nome: licenziamento.

 

Hanno lottato per primi i 30 operai, senza stipendio da luglio, che a suon di picchetti ai cancelli della cartiera volevano smuovere l’opinione pubblica e la proprietà, ma anche le rappresentanze sindacali che ormai li conoscevano ad uno ad uno, ed infine le istituzioni, in particolare il sindaco di Arsiero Tiziana Occhino, che nonostante la consapevolezza di non poter entrare in faccende squisitamente private ha speso il suo tempo in trattative con Prefettura, Provincia e proprietà. Sforzi che alla fine si sono però rivelati infruttuosi.

 

Per i dipendenti che da oggi non sono più sul libro paga dell’azienda è stata infatti aperta una procedura di mobilità, a seguito della quale sono poi stati licenziati. Solo la punta di un iceberg fatto di complessi cambi di proprietà e fallimenti, e la grande illusione che la produzione sarebbe ripartita nel dicembre 2015 con l’ultimo proprietario NGP (Natural Green Paper), cosa che non è mai accaduta.

 

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‘Non c’era più speranza –  ha commentato il segretario generale veneto di Slc Cgil Sergio Baù – ed il licenziamento è stato purtroppo una necessità per poter dare un ammortizzatore sociale ai 30 dipendenti che avevano 3 mesi di arretrato salariale. La NGP non riusciva a dare le dovute garanzie su questi’.

 

Ma fino a maggio la situazione non sembrava così irreversibile, anzi. I sindacati erano ottimisti perché la volontà della cartiera di proseguire con la produzione sembrava cosa certa, prova ne è il fatto che l’intero impianto produttivo era stato rinnovato. ‘Poi non capiamo cosa sia successo – ha confermato Baù – ma durante l’estate si è aperto quello che definisco un periodo oscuro, dopo il quale sono stati disattesi gli accordi presi col Prefetto e col sindaco di Arsiero, alla quale va la nostra più totale gratitudine per come si è prodigata. Sta di fatto che nella nostra storia sindacale non ho mai conosciuto una complessità di vicende come questa’.

 

‘Quel che possiamo sperare adesso – ha dichiarato invece la segretaria responsabile della Uilcom Vicenza Ketty Marra – è il verificarsi di una ipotesi alternativa, che possa creare le condizioni favorevoli per la ripresa di una attività produttiva, anche se ad oggi non abbiamo nessuna assicurazione al riguardo, considerando la crisi profonda del settore carta’.

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Non c’è rabbia invece tra i sentimenti dei dipendenti, ma solo una grande amarezza. ‘Durante il picchetto della settimana scorsa – ha raccontato ancora Baù – hanno visto passare 15 camion che movimentavano materiale in uscita, senza poter far nulla. Guardandoli, mi sembrava di essere ad un funerale.’

 

Marta Boriero

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