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Arsiero. Il ‘caso moschea’ continua a surriscaldare gli animi. Devono intervenire i carabinieri

Un normalissimo incontro pubblico sulla modifica al piano degli interventi diventa ad Arsiero motivo di conflitto tra amministrazione e opinione pubblica, tanto che a fine serata sono dovute intervenire anche le forze dell’ordine per calmare gli animi e attenuare le tensioni.

 

Protagonista sempre il ‘caso moschea’ di via Castrente, poiché il capannone acquistato dall’associazione islamica Issalam si trova in una zona residenziale per la quale l’amministrazione Occhino lo scorso 31 marzo in sede di consiglio comunale, ha proposto una modifica normativa.

 

Le varie norme soppresse, quelle aggiunte e quelle aggiornate, atti solitamente riservati agli esperti e buoni solo per suscitare sbadigli, ad Arsiero invece hanno destato l’interesse della popolazione che ieri 3 giugno è accorsa nella sala convegni del municipio per tentare di capire come una particolare modifica dell’articolo 18 delle norme tecniche di attuazione può facilitare l’insediamento in centro ad Arsiero di una associazione culturale islamica vista come il primo passo, per non pochi arsieresi, verso la creazione di fatto di una temutissima ‘moschea’.

 

Definito nei primi anni 80, l’articolo 18 delle norme tecniche di attuazione del piano degli interventi del comune di Arsiero prevedeva che le attività ‘commerciali, direzionali e ricettive’ dovessero essere vincolate alla residenza. In parole povere, si permetteva al cittadino che lo desiderava di poter creare una ‘bottega sotto casa’. Con la modifica proposta dal sindaco Tiziana Occhino questo vincolo non esisterebbe più, permettendo che nel capannone di via Castrente si possa ospitare una attività culturale con annessi e connessi senza che sia necessario, sempre usando parole povere, avere la residenza nella abitazione vicina.

 

Il sindaco Occhino non ha dubbi che aver messo mano a tale articolo abbia fatto chiarezza ed anzi, l’abbia reso ancora più restrittivo, poiché nella modifica si aggiunge che le attività sociali aperte al pubblico che potranno sorgere in quella zona non devono essere ‘moleste’ e ‘recanti pregiudizio all’igiene’.

 

‘Tale modifica elimina un refuso regolamentare’ – ha spiegato la Occhino alla platea – che non aveva più senso, anzi, abbiamo reso più chiara e vincolante la norma che permetteva già prima della modifica questo tipo di insediamento. E comunque ad oggi non esiste alcun progetto depositato di una nuova attività, e in ogni caso un sindaco non può inventarsi un vincolo per impedire ad una associazione di insediarsi, laddove non vengano violate le norme urbanistiche’.

 

I numerosi interventi del pubblico sono oscillati tra richiesta di chiarimenti tecnici e prese di posizione di natura etica e culturale e, sebbene non siano riusciti a calmarne i timori, hanno avuto però il merito di portare alla luce un nervo scoperto della comunità arsierese, che a gran voce chiede al sindaco maggior chiarezza sul perché si sono volute modificare queste regole e soprattutto a chi giovano le nuove norme.

 

Tutte domande delle quali il sindaco dovrà ancora tener conto, come dovrà tener conto delle numerose firme (circa un migliaio) raccolte dai cittadini che chiedono a gran voce anche un referendum.

 

Un battibecco tra alcuni cittadini di Arsiero e un paio di associati di Issalam presenti in sala è stato concluso grazie all’intervento delle forze dell’ordine, che hanno riportato la calma per il timore che da parole pesanti si passasse alle mani.

 

L’opposizione intanto ha promesso battaglia, visto che la modifica dell’articolo 18 deve passare ancora al vaglio del consiglio comunale per l’approvazione definitiva.

 

Marta Boriero