L’unica via per lo sviluppo di un turismo sostenibile e prospero è quella di mettersi insieme. Gian Antonio Stella, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera, ospite d’onore al  Cineghel di Gallio, sul Marchio d’Area, ha invitato tutti a mettere da parte le divisioni e i protagonismi e unirsi. La serata si è aperta con un video molto significativo che descriveva attraverso immagini di repertorio, lo scoppio della prima bomba della Grande Guerra su Asiago, sull’Altopiano.

Il 15 maggio 1916 il destino di questa terrà cambiò per sempre. La testimonianza di Stella è stata particolarmente significativa all’interno del quarto incontro sul Marchio d’Area, dedicato alla storia del territorio dei Sette Comuni. I sette fratelli della Reggenza, non erano fratelli cari ha ribadito Stella, parlando di identità. Il campanilismo, l’amore per la propria contrada e in Altopiano per il proprio Comune rispetto agli altri, va messo da parte.

stella 3 “L’implementazione di un Marchio d’Area (MdA) parte dall’individuazione di un’area territoriale che si impegna a realizzare una rete di servizi, sia pubblici e privati, tra loro omogenei, coordinati e complementari, non sovrapponibili e non concorrenziali. La progettazione e realizzazione di Marchi d’Area permette di dare supporto ai Soggetti locali presenti in un territorio, siano essi pubblici o privati, di valorizzare e promuovere quegli aspetti che costituiscono le tipicità e i “tesori” di una località.” Dal sito dell’Università di Padova. Il Marchio d’Area è quindi uno strumento nelle mani del territorio, Gian Antonio Stella dopo aver parlato di identità e di patria citando la figura di Cristiano Lobbia, e Magris che definisce il concetto di patria come una matrioska ha invitato a prendere atto della storia non sempre pacifica di popoli confinati, ma anche del fatto che per fortuna è cambiata.

 

stella2Un’altra riflessione di Stella, più incentrata sul turismo, riguarda la grande aspettativa che in Altopiano si ha nei confronti della neve d’inverno e del meteo in generale: “Dobbiamo aspettare la neve per far turismo?Si possono far tante cose tranne maledire la neve che non arriva.”. In realtà sottolinea Stella questa è una delle tante balle che ci siamo raccontati, perché è importante darsi da fare ed ingegnarsi. Ha portato poi l’esempio del sito dello stato del Colorado negli Stati Uniti che a livello turistico ha un unico sito in dieci lingue mentre da noi, ogni Comune, ogni località ne ha uno o più per conto proprio, in tal senso ha sottolineato come sia assurdo chiudersi nel proprio angoletto, anche perché in questo modo si perdono fette di mercato. In conclusione ha dato anche speranza agli altopianesi presenti dato che “cambiare la storia non è solo possibile ma necessario” anche perché il settore turistico puro fa numeri dieci volte maggiori per esempio di quello chimico e dunque saremmo obbligati a cambiare e a puntare sulle ricchezze e le opportunità che abbiamo. I nostri concorrenti più prossimi, le località del Trentino ha spiegato Stella insieme a Massimo Vallotto, moderatore, Presidente del Museo Bonfanti VIMAR, sono già tutte organizzate in Marchi d’Area a livello sistemico. L’industria del turismo per valorizzare e ridisegnare l’identità di un territorio. Altro punto fondamentale: imparare a percepire l’unicità di un territorio, ciò che abbiamo da offrire. Guardando ai prossimi passi di questo percorsa bisognerà crescere e diventare competitivi a livello internazionale.

Giulia Rigoni

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia