Chi se lo ricordava un mese di marzo così scarso di piogge? Piove in pianura, ma è troppo poco rispetto all’emergenza siccità in corso e anche quei fiocchi di neve intravisti sull’Altopiano l’altro giorno, sono davvero niente per quello che urge. L’allarme che lanciano i tecnici che stanno studiando queste variazioni climatiche che stanno facendo registrare una siccità mai avuta e che portano a temere per la prossima estate, è dovuta dal fatto che il mare sovrasta i fiumi, sconfiggendoli. L’acqua dolce arriva con portate irrilevanti e quella salata la scavalca, compromettendone l’uso. Segno che sta accadendo qualcosa di grave.
In Regione, nei giorni scorsi, gli assessori Bottacin (Protezione civile) e Pan (Agricoltura), si sono riuniti con i rappresentanti dei consorzi di bonifica, dei gestori idroelettrici e dell’Arpav. E’ emersa una situazione allarmante, anche se ancora non si può parlare di ermenza: mai, negli ultimi vent’anni, pianura e montagna si erano trovate accomunate da una situazione così critica: neve scarsa, piogge quasi assenti, laghi prosciugati, fiumi in sofferenza, falde vuote, risorgive spente. Per questo, su sollecitazione dei consorzi, si è predisposto un protocollo che prevede fin d’ora misure eccezionali: riduzione delle derivazioni irrigue del venti per cento, precedenza all’uso potabile e poi in seconda battuta all’agricoltura. I gestori idroelettrici sfrutteranno al minimo i serbatoi e turbineranno solo l’acqua necessaria per l’agricoltura. A lanciare l’allarme era stata nei giorni scorsi proprio Coldiretti che denunciava il momento drammatico che stanno attraversando agricoltori alle prese con la semina e allevatori.
Lungo il Bacchiglione, gli effetti della siccità non sono ancora visibili a occhi nudo, anche perché le portate sono generalmente più limitate. Più seria la fotografia del resto del Veneto, dove i corsi d’acqua sono letteralmente asciutti come qualcuno non aveva mai visto. E se non piove ancora, la situazione è destinata a peggiorare.
N.B.