È un capitolo oscuro nella storia animalista, quello delle corse dei cani che in Spagna uccidono più di 70 mila levrieri ‘galgos’. Ma Amèlie, una splendida cagnolina dal manto tigrato, ce l’ha fatta a salvarsi da morte certa, grazie alla generosità di una famiglia di Piovene che l’ha accolta con amore e tanta pazienza, consapevole di agire per una scelta profondamente etica.
Luana Rebeschini e Alberto Lievore, proprietari del Flo’s Bar in viale Vittoria, se ne sono innamorati ancora prima di conoscerla, dopo aver incontrato per caso una ragazza a spasso con un levriero spagnolo, adottato grazie all’associazione benefica ‘Insieme per FBM’ che salva questi cani nati per le gare di corsa da morte certa e spesso atroce solo dopo solo un paio d’anni di vita, perché ormai già vecchi per gareggiare.
È noto che i galgos spagnoli vengono eliminati nei modi più atroci: bruciati o impiccati per seguire una crudele tradizione medievale, abbandonati con le gambe spezzate perché non ritornino dal padrone, uccisi da cuccioli perché di un colore che porta sfortuna. I più fortunati vengono portati nei canili o abbandonati nelle campagne. Di notte delle gabbie strette, dei veri e propri loculi per cani, fanno loro da cuccia, di giorno sono costretti a corse massacranti di decine di chilometri tirati da automobili, come allenamento per le gare. Chi resiste, chi corre veloce, può sopravvivere qualche anno, ma chi non ce la fa o perde una gara viene eliminato quasi subito senza pietà. In ogni caso, anche i più forti hanno vita breve.
‘Si trovano interi mucchi di carcasse di galgos soprattutto nell’Andalusia del sud, terra che porta avanti da secoli la trazione delle corse dei cani – racconta Gaston Benedetto, uno dei volontari dell’associazione – abbandonate soprattutto dai ‘galgheros’ che organizzano corse illegali. Molti di questi sono rom, e purtroppo il giro di scommesse è molto grosso. Essendo una attività sommersa e altamente remunerativa, ogni crudeltà verso questi animali è permessa. Una tra tutte quelle già nominate, a molti cani viene strappato letteralmente il microcip dalla carne e impiantato in un altro cane, e ovviamente il primo viene soppresso o muore’.
Gaston, anche lui padrone di un galgo abbandonato, conosce bene il carattere di questi animali, che tendono ad affezionarsi alla donna di casa, perché il maschio è visto come quello che ha portato loro solo sofferenze. Spesso, racconta, ci vogliono mesi perché il galgo ritrovi la fiducia nell’essere umano maschile, ma quando lo fa diventa affettuosissimo, nonostante il suo resti un carattere introverso, e si lega in modo indissolubile alla famiglia che lo ha accolto. ‘Il mio cane – ricorda Gaston – le prime volte che mi sedevo vicino a lui si alzava e cambiava stanza. Adesso si mette pancia all’aria per avere coccole’.
Amèlie, dopo i primi giorni di ambientamento nella nuova famiglia, si è totalmente rilassata. Passeggia con il portamento principesco tipico della sua razza e guarda continuamente la sua padrona col naso all’insù. Ci piace pensare che la ringrazi in silenzio.
Per informazioni e adozioni: volontario1.xfbm@gmail.com – 340/9235204
Marta Boriero