Sarà inaugurata domani l’Antica Strada del Costo che da Mosson conduce ad Asiago.
Un percorso di oltre 16 chilometri, con 800 metri di dislivello, rimesso a nuovo da circa 50 volontari che senza sosta hanno voluto ripristinare il sentiero 666, che per secoli era stato la primaria via di collegamento tra la valle e l’Altopiano.
La presentazione ieri sera ad Asiago e domani il sentiero sarà inaugurato con una camminata che partirà da Mosson da via Centro. Il ritrovo è alle 8 con partenza alle 8.30.
“L’apprezzamento è il carburante dei volontari che hanno lavorato – ha commentato entusiasta Tarcisio Bellò, alpinista e coordinatore del gruppo – La futura partecipazione alle escursioni Esu aiuterà a comperare il carburante dei decespugliatori, motoseghe e altri macchinari necessari per il mantenimento della strada”.
Ieri sera in un incontro pubblico la spiegazione storica del percorso, l’importanza del suo recupero, lo scopo della sua costruzione per far circolare uomini, merci e animali, la toponomastica lungo il percorso, la sua valorizzazione futura.
Un’opera impegnativa che ha richiesto un anno e mezzo e oltre 2mila ore di lavoro per ripulire il sentiero dalla vegetazione, ripristinare muretti, aprire le vie di scolo per l’acqua di quella che per secoli è stata una via fondamentale per la transumanza.
“Pur rilevando la mancanza di ritrovamenti archeologici lungo il percorso, in particolare dell’epoca romana, la via era molto antica – ha spiegato Michele Busato – Fra i ritrovamenti nel territorio i tintinnabula, sorta di campanelle di bronzo per gli animali in alpeggio”.
“Il sentiero è ricchissimo dal punto di vista storico – ha commentato Bellò – E’ un’opera di grande pregio, una specie di monumento. Non si conosce esattamente l’origine ma si pensa ad una via romana creata per sfruttare le risorse locali, soprattutto il legno, che con il sentiero Cai 666 si poteva trasportare con facilità fino a Vicenza”.
Omero Stefano Capraro ha parlato dei vari tratti scoperti e portati in luce con ‘archeologia di superficie’ e i vari lavori svolti in un anno e mezzo, circa 2mila ore di lavoro anche con dei migranti africani come volontari, come i presenti Karim e Amara che sono stati pubblicamente ringraziati.
A.B.