Le grotte di Oliero, spettacolare complesso cavernicolo carsico alle pendici del massiccio dei Sette Comuni, potrebbe essere a rischio inquinamento a causa della discarica Melagon che potrebbe ‘non tenere’ a sufficienza.
La denuncia arriva da Monica Gios, consigliere di minoranza nella ‘Lista di Asiago’, che ha commentato: “Il rischio che si verifichi un disastro ambientale è dietro l’angolo. Attualmente è presente una discarica di rifiuti R.S.U in quantità non ben definita, controllata, non ancora dichiarata esaurita, posizionata in area fortemente carsificata con possibili rischi di crollo per naturale evoluzione dello sviluppo del carsismo o per un banalissimo terremoto, mettendo così a rischio d’inquinamento le sorgenti dell’Oliero di Valstagna che si trovano sotto la discarica”.
Un allarme vero e proprio, visto che l’acqua dell’Oliero e delle grotte viene utilizzata in Altopiano come ‘riserva’ nei casi di necessità, come nei periodo di grande affluenza turistica, quando c’è bisogno di riserve idriche massicce.
La discarica Melegon esiste dal 1997, nonostante all’epoca fosse stata osteggiata da cittadini ed esperti in ambito idro geologico e ora c’è chi la considera una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
“Questo meraviglioso e prezioso sistema carsico, che si trova nel sottosuolo alimenta le Sorgenti di Oliero – ha spiegato Monica Gios – Tale riserva idrica è attualmente utilizzata anche dai comuni dell’Altopiano particolarmente nei periodi di grande affluenza turistica dove l’aumentata richiesta di acqua, non può essere soddisfatta dalle sorgenti presenti sul luogo. Inoltre risulta particolarmente importante per la capacità di generare acqua anche in assenza di precipitazioni, semplicemente producendo acqua dall’aria che circola all’interno delle cavità, condensandola sulle pareti rocciose. Tutto ciò dovrebbe far riflettere su quanto possa essere pericoloso costruire e mantenere una discarica, anche se controllata, in questo territorio. Se consideriamo che il problema acqua sarà un problema sempre più urgente da affrontare sia causa degli evidenti cambiamenti climatici che dei sempre più frequenti casi di inquinamento delle falde acquifere presenti in regione,( Pfas, cromo esavalente, mercurio, fitosanitari) appare evidente come sia di primaria importanza tutelare il bene più prezioso e più scontato che abbiamo, trovando soluzioni possibili al fine di prevenire l’ennesimo disastro ambientale. Rispetto alle situazioni sopracitate possiamo ancora giocare d’anticipo”.
Monica Gios si è quindi attivata per creare un comitato per sensibilizzare e mettere a conoscenza più persone possibili della discarica, cercando anche di fare rete anche con altre associazioni simili in Veneto per occuparsi tutti insieme dell’acqua e dei problemi ad essa legati.
“In occasione di un convengo del M5S di febbraio 2016 su consumo di suolo e acqua in Altopiano la questione è riemersa con forza – ha proseguito Monica Gios – Sono stati fatti incontri sia in Valle che ad Asiago a cui hanno partecipato il geologo G. Boccalon, il consigliere regionale Manuel Brusco m5s, il senatore Enrico Cappelletti M5S, Don Albino Bizzotto, il presidente del Gruppo Grotte Altopiano, il sindaco di Asiago, il Presidente dell’Unione Montana, e altri relatori nelle varie occasioni. Legambiente tramite la presidente dell’Altopiano Giuseppina Rigoni ha organizzato un sopraluogo guidato da esperti e cittadini comuni interessati alla questione e ha pubblicato su ‘Quaderni Vicentini’ un articolo sulla questione. Sono seguite un’interrogazione regionale, parlamentare e europea da parte dei rappresentanti M5S. L’Europa ha risposto di allertare in primis le istituzioni preposte e se non vi saranno risposte esaudienti porre nuovamente il caso all’attenzione delle istituzioni Europee. Così è stato fatto, non abbiamo ricevuto le risposte che aspettavamo quindi si è creato un gruppo di cittadini sensibili al problema denominato Il circolo dell’acqua, con il fine di sensibilizzare la popolazione rispetto al problema suolo , acqua e potenziali inquinanti e con l’obiettivo finale di svuotare totalmente la discarica, bonificare e ripristinare l’area Melagon come in origine, al fine di prevenire un prevedibile disastro ambientale indotto da cause geologiche naturali, che potrebbero provocare un collasso della discarica portando gli inquinanti in essa contenuti direttamente alle sorgenti di Oliero”.
Giulia Rigoni