Questione di giorni e ad Asiago apre lo ‘sportello lupo’, che assisterà gli allevatori nei problemi di convivenza con i grandi carnivori, in particolare il lupo.
Manca solo il passaggio deliberativo della giunta previsto a fine settimana, poi il via libera alla postazione con un funzionario della Regione Veneto.
Ad annunciare ai diretti interessati il nuovo accordo di collaborazione tra Regione e Unione montana dell’Altopiano, nella sede della Spettabile Reggenza, sono stati l’assessore regionale all’Agricoltura e il sindaco di Gallio, in veste di presidente della Reggenza dei Sette Comuni. Per tre giorni la settimana un funzionario della Direzione Agroambiente, Caccia e Pesca della Regione Veneto sarà presente ad Asiago, nella sede dell’Unione Montana in viale Stazione 1, per garantire in loco informazioni, assistenza, massimo coordinamento con le guardie venatorie, formazione agli allevatori e risposte veloci, se non immediate, alle richieste di sostegno e all’inoltro delle domande di indennizzo.
La figura tecnica individuata dalla Regione Veneto, Emanuele Pernechele, garantirà la propria presenza presso la sede dell’Unione Montana nei giorni concordati (tre giorni la settimana) e sarà disponibile ad effettuare i sopralluoghi necessari alle aziende e alle comunità locali. Si tratta di una nuova forma di collaborazione sperimentale che potrà, se l’esito sarà ritenuto soddisfacente, essere estesa anche ad altre aree in quota del territorio veneto, dove la convivenza tra attività di pascolo e presenza di animali predatori crea tensioni e preoccupazioni tra allevatori ed abitanti.
Obiettivo dell’accordo è monitorare la situazione e facilitare l’informazione degli allevatori e delle comunità locali sui metodi più corretti ed efficaci per prevenire gli assalti predatori dei lupi (e non solo, la prevenzione riguarda anche linci e grandi plantigradi), favorire l’attività di pascolo in quota mettendo in sicurezza malghe e malghesi, semplificare la rilevazione di eventuali danni e accelerare l’iter per le pratiche di indennizzo a seguito delle predazioni, nonché trovare “strategie funzionali” per assicurare la convivenza tra le attività agricole e di pascolo e la presenza di specie protette predatorie, come i lupi, tornati a popolare le montagne venete.
“Il nuovo accordo – ha sottolineato l’assessore – dà continuità alla “politica di sostegno, dialogo e confronto” con gli allevatori e i territori interessati adottata da questa amministrazione per fronteggiare i problemi causati dal ritorno del lupo nell’area alpina. “Gli ultimi monitoraggi hanno rilevato la presenza in Veneto di 6 branchi, per un totale di circa 150 esemplari – ha riassunto l’assessore – Il lupo è specie protetta, tutelata dalla direttiva europea Habitat, e i problemi generati dalla convivenza tra branchi e mandrie o greggi al pascolo interpellano tutti i soggetti coinvolti. Sul piano politico, ho già chiesto un incontro con il neoministro all’ambiente Sergio Costa per discutere il Piano di gestione nazionale dei grandi carnivori e introdurvi opportune deroghe a salvaguardia degli ambienti fortemente antropizzati. Nel contempo, la Regione ha investito importanti risorse nella prevenzione, fornendo agli allevatori oltre 200 recinti elettrificati e 10 cani maremmani abruzzesi, ed erogando indennizzi per quasi un milione di euro a ristoro delle perdite subite. Con l’istituzione del nuovo corpo regionale di polizia venatoria, stiamo mettendo in campo nuclei qualificati di agenti incaricati di affiancare gli allevatori nella repressione del bracconaggio ma anche nella prevenzione degli assalti della fauna selvatica”.
Quanto al futuro, ora che il progetto Life WolfAlps ha esaurito la propria azione, la Regione Veneto intende continuare ad affiancare gli allevatori. L’assessore ha prospettato lo stanziamento di un milione di euro per prevenire i danni da fauna selvatica (da reperirsi con una modifica al Programma di sviluppo rurale), la contabilizzazione degli indennizzi su base trimestrale, in modo da accelerarne ulteriormente i tempi di erogazione, e l’incarico a quattro figure ‘tecniche’ di supervisionare la messa in opera, il collaudo e la manutenzione dei recinti elettrificati.
“Inoltre, insieme all’assessore regionale al Lavoro, la Regione darà avvio ad un bando apposito, a valere sui fondi Fse – ha aggiunto – per assumere disoccupati o giovani senza lavoro per affiancare gli allevatori negli alpeggi e nelle attività di malga, anche con funzioni di vigilanza”.
Soddisfazione per metodo e contenuti dell’accordo è stata espressa dal presidente dell’Unione montana dell’Altopiano che ha ricordato come istituzioni e allevatori “giochino nella stessa metà campo” una partita difficile e complessa, che può essere affrontate solo con la piena collaborazione di tutti i ‘giocatori’ coinvolti.
Allevatori: “Servono anche recinti per gli alpeggi”
Dal confronto odierno ad Asiago è arrivata anche una ulteriore proposta, da parte di allevatori: creare recinti fissi negli alpeggi per ricoverare durante la notte gli animali più fragili o maggiormente esposti ad un assalto dei lupi. Una proposta che l’assessore ha accolto con attenzione e che si è riservato di esaminare in sede tecnica, per valutarne sostenibilità ed efficacia.
a cura ufficio stampa Regione Veneto