Un ritrovamento quasi casuale di una tomba coperta dalla vegetazione accanto ad un sentiero, un nome da associare ad un volto ed ecco che dai tragici anni del primo evento bellico emerge un cimitero di guerra a Quota Neutra ad Arsiero, a pochi metri dalla prima linea tra il Cimone ed il Caviojo. Il suo restauro sarà presentato in una cerimonia ufficiale con alzabandiera domani alle 11 alla presenza delle autorità politiche e del coro Monte Caviojo.
700 ore di lavoro di volontariato totali in 8 mesi messe a disposizione dagli alpini di Arsiero, in collaborazione con altri gruppi di volontari locali, hanno riconsegnato al mondo un luogo sacro della memoria altrimenti destinato a scomparire, e riscoperte tre pietre scolpite coi nomi di tre caduti del Battaglione Alpino Val d’Adige, un elmetto e numerose medagliette sacre.
Il cimitero conteneva circa 200 salme, spostate già negli anni 20 nel cimitero monumentale di Arsiero. I caduti appartenevano alle Brigate Novara e Sele, e alpini del 6° reggimento. Negli anni 70 il camposanto aveva subito un piccolo intervento di restauro, ma poi era caduto in uno stato di abbandono totale. Durante i lavori sono riemerse delle lapidi di giovani caduti a 20 anni, due dei quali i volontari sono riusciti a rintracciare i familiari, che saranno presenti alla cerimonia.
Il progetto è stato realizzato anche grazie al contributo della Regione Veneto e del comune di Arsiero, che ha stanziato 15 mila euro. Per chi volesse partecipare a piedi la partenza è alle 9 dalla chiesetta di San Rocco, oppure in discesa dal piazzale del Cimone (percorrenza circa 40 minuti).
‘Riconsegnare dignità ad un luogo della memoria – ha commentato il sindaco Tiziana Occhino, che darà ufficialità alla cerimonia – non è un esercizio sterile ma un modo concreto e fondamentale di essere cittadini attivi e consapevoli della propria storia. Ogni ora spesa per il recupero è stata un’ora dedicata alla collettività e un dono alle generazioni future. E trovo significativo che la cerimonia avvenga il 3 giugno quando abbiamo appena festeggiato la festa della Repubblica perché credo non esista esempio migliore di ‘res publica’ di quello che in questo progetto è avvenuto. Ringrazio tutti quelli che ci hanno creduto, agli alpini in primis’.
Marta Boriero