Finita l’emergenza neve in Altopiano, le attività si apprestano a ripartire e a ringraziare tecnici e volontari, che per giorni hanno spalato neve per liberare strade e case e restituire l’energia elettrica, il presidente della Provincia Francesco Rucco è voluto salire in montagna personalmente.
“Un lavoro immenso, che ha permesso all’Altopiano di uscire dall’emergenza in tempi record”, ha sottolineato Rucco, che si è fermato un po’ di più a Roana, la parte dell’Altopiano che ha avuto maggiori disagi e dove i Vigili del Fuoco continuano le operazioni di sgombero neve dai tetti, per evitare crolli di lastre di ghiaccio sulla strada.
Oltre un metro e mezzi di neve ha imbiancato i Comuni, i boschi e le montagne e i sindaci in prima persona si sono messi al lavoro con la Protezione Civile per dare una mano e ad Asiago il palazzetto del ghiaccio è stato chiuso per la presenza di troppa neve sul tetto.
Il primo pensiero Rucco ha voluto rivolgerlo a chi ha gestito l’emergenza e ha lavorato per limitare i disagi: Vi.Abilità, sulle strade provinciali con più di 100 mezzi, i tecnici comunali e gli addetti ai piani neve, che senza sosta hanno rimosso la neve dalle strade, i vigili del fuoco, sempre presenti in caso di necessità, e naturalmente la protezione civile. Sull’Altopiano sono arrivati nei giorni scorsi
“Un lavoro di squadra che merita un plauso – ha commentato Rucco – Le situazioni di pericolo sono state scongiurate e i collegamenti ripristinati, anche se rimane alta l’attenzione per eventuali criticità. L’Altopiano è stupendo e la neve lo rende una terra magica. Questa nevicata di inizio anno ha regalato alle nostre montagne uno splendido manto bianco per accogliere al meglio i turisti. Pandemia permettendo, naturalmente”.
Con il presidente della Provincia il consigliere regionale Stefano Giacomin, il presidente dell’Unione Montana Spettabile Reggenza dei 7 Comuni e sindaco di Gallio Emanuele Munari, il sindaco di Rotzo Aldo Pellizzari e il sindaco di Roana Elisabetta Magnabosco.
In arrivo ristori ad hoc per impianti sciistici, bar e ristoranti
Nel frattempo da Roma sono in arrivo nuovi ristori ad hoc per le attività turistiche, con impianti sciistici, bar e ristoranti in pole position.
Una notizia che fa ben sperare gli addetti al settore che in Veneto, per il solo settore degli impianti a fune, secondo le stime delle associazioni di categoria produce un fatturato di 60 milioni di euro con un indotto dieci volte superiore.
“Una decisione che va nella direzione giusta purché i tempi di erogazione siano veloci così da evitare che queste attività duramente colpite dalla pandemia chiudano per sempre – ha detto Caner – Ho ascoltato di persona le difficoltà di queste attività tra le più colpite dagli effetti del virus sull’economia. Come accade per altre attività stagionali o per alcuni prodotti particolarmente richiesti in alcuni mesi dell’anno la montagna in quattro mesi si gioca il fatturato di un anno. Dunque se per effetto della pandemia queste attività non potranno ripartire allora è corretto intervenire con una risposta che sia adeguata e veloce. Eventuali ritardi nell’erogazione dei ristori rischiano di avere gravi riflessi non solo sulla stagione invernale, ma anche su quella estiva. Uno scenario da scongiurare in ogni modo”.
di Redazione Alvicentinonline