La Regione del Veneto si attrezza per individuare, in accordo con tutti i protagonisti del settore, le misure utili a intervenire contro l’influenza aviaria, principalmente mirate alla prevenzione.
Con questo scopo, l’Assessore alla Sanità della Regione ha incontrato a palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, i responsabili dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie – IZS – i tecnici regionali di settore, i rappresentanti della filiera avicola e delle associazioni di categoria e i professionisti veterinari che seguono la situazione sia nell’ambito delle grandi aziende, sia in quello degli allevamenti biologici.
Al proposito, va ricordato che il 30 giugno prossimo scadranno i provvedimenti ministeriali che prevedono il divieto di allevamento all’aperto nelle aree a rischio (il Veneto ne è interamente ricompreso), e che è necessario assumere le conseguenti decisioni sulle misure da adottare a livello regionale dopo tale data.
“Si tratta – ha ricordato l’Assessore – di un settore molto delicato, nel quale bisogna tutelare e garantire vari aspetti diversi: la salute umana e animale, la salvaguardia degli investimenti delle aziende, e di conseguenza dei posti di lavoro, il benessere complessivo dei territori. Per questo occorre programmare con serietà e pragmatismo, individuando uno strumento preciso, ma anche flessibile, tenendo presente che si tratta di una situazione in cui l’epidemiologia è mutevole”.
Le aree venete a più elevata intensità di allevamenti sono il veronese, il basso vicentino e il padovano.
A livello nazionale, nel 2017 si è assistito a una nuova emergenza epidemica, con l’abbattimento di milioni di animali e con costi per la pubblica amministrazione pari a 40 milioni di euro, dei quali circa 11 milioni 200 mila euro solo in Veneto.