Lascia senza parole la situazione in cui si trova il 49nne di Breganze, che da 2 anni chiama ‘casa’ una vecchia roulotte, sprovvista di acqua e di corrente elettrica, che divide col cagnolino Charlie, da 12 anni suo inseparabile amico.
Lui è Guglielmo Polga vive in una casa mobile che fa a gara con la sua età, e rompendo il riserbo che sinora gli aveva fatto dire ‘no’ alle richieste di altri giornalisti, ha deciso di raccontare la sua storia.
E’ stato proprio Guglielmo a cercarci, per rendere pubblica la grave situazione in cui si trova, perché ha paura di cosa ne sarà di lui coll’avanzare dell’inverno, che l’hanno scorso gli ha fatto battere i denti con sei gradi sotto lo zero.
Restiamo attoniti quando vediamo la sua roulotte, che ha avuto momenti sicuramente migliori nel passato, piazzata ai margini di un campo a Breganze vicino al Chiavone Bianco: unica percezione di protezione le fronde del boschetto, sotto sui trova riparo la roulotte. Questa la ‘ casa’ di Guglielmo, una vita normale fino a pochi anni, come racconta Polga, tra lavoro e passione per il calcio.
Una vita che si svolta quando viene a mancare la mamma, da lui assistita fino all’ultimo, che lo porta a tentare di darsi una seconda chance al di là dei due oceani, prima in America e poi in India come volontario. E poi il ritorno a Breganze, per ricominciare, trovandosi alla fine in una situazione di stenti, resa meno dura da amici ed associazioni che gli sono corsi in aiuto: trovandogli la roulotte, qualche ora di volontariato nella casa per anziani del paese in cambio di un pasto a mezzogiorno e un buono spesa di 30 euro la settimana.
“Dopo due anni che vivo in roulotte, senza acqua e senza luce, non so come faccio ad essere ancora vivo – ci racconta Gugliemo – Con sei gradi sotto lo zero, posso solo dire che Dio mi vuole molto bene, ma non so come farò ad affrontare un altro inverno in queste condizioni”.
Corrono in suo soccorso anche due associazioni di volontariato, dandogli del vestiario, facendosi carico del costo del pasto e del buona spesa settimanale. I volontari cercano anche di trovargli un una casa: “La trovano a Lugo, troppo grande per le mie tasche, perché non sarei mai riuscito a far fronte alle bollette – ammette con sconforto Polga”.
Le accuse al Comune
Guglielmo Polga punta l’indice verso l’amministrazione comunale Di Breganze, ‘colpevole’ di non avere preso a cuore la sua situazione: “Mi proposero un lavoro in una cooperativa a Malo, ma ho solo la motocicletta per spostarmi e a fine mese i soldi, per quattro o cinque ore di lavoro al giorno, non mi sarebbero bastati nemmeno per la benzina. Qualche mese dopo sono tornato per il posto di lavoro, ma non era più disponibile– racconta sempre Guglielmo – Il sindaco Campana, con cui in questi mesi ho avuto tre colloqui, mi disse che a Breganze non c’era alcuna abitazione disponibile per me. Poi, un paio di settimane fa, mi è stata proposta una casa a Lugo, troppo grande per le mie tasche, perché non sarei mai riuscito a far fronte alle bollette – ammette con sconforto Polga”.
“L’assistente sociale del comune un anno fa mi disse che potevo farmi la doccia agli impianti sportivi comunali– puntualizza con amarezza – Ma ancora prima che avessi la possibilità di andarci mi comunicò che non potevo più, perché quelle docce sarebbero state utilizzate dai rom”.
La replica del sindaco
“Non so più cosa fare per lui, ha rifiutato tutto quanto gli ho proposto. Da quando Guglielmo è rientrato a Breganze è stato preso in carico dalla rete sociale, coordinata dal Comune. Abbiamo ascoltato le sue richieste, gli avevamo trovato un lavoro a Malo che lui rifiutò perché ci disse che faceva troppo freddo per andarci in moto – spiega Piera Campana – Per quanto riguarda ‘la sistemazione’, quando è venuto in Comune gli avevamo trovato alloggio alla Casa Bakhita di Schio, a nostre spese: è rimasto lì pochi giorni perché non poteva tenere con lui il cagnolino. Al momento non avevamo altra sistemazione da offrigli, ma quando il Comune ha ereditato una casa a Lugo, di tre stanze ed arredata, gliela abbiamo proposta, pur sapendo che sarebbe stata più utile per una famiglia: l’ha rifiutata perché riteneva che Lugo fosse troppo distante da Breganze”.
“Per la doccia a Guglielmo è stato riservato un servizio presso l’Ipab La Pieve, la casa per anziani di Breganze, dove presta servizio di volontariato. ‘Occupazione’ ottenuta tramite l’intervento delle associazioni, per non lasciarlo inattivo e reintrodurlo nel mondo sociale- continua Campana – Sempra alla Pieve gli viene preparato il pranzo, pagato sempre dalle associazioni che in più gli danno unl buono spesa, perché in passato ha dimostrato una poca accorta capacità di gestione dei soldi”.
“Come amministrazione le abbiamo tentate tutte, tra lavoro e casa – conclude Piera Campana – Gli avevo anche offerto l’appoggio per fare richiesta di gratuito patrocinio, per chiedere gli alimenti ai suoi 4 fratelli, ma anche in quell’occasione ha rifiutato la mano tesa”.
Paola Viero
(Riprese e video montaggio Jacopo Baldin)