‘Con il ritiro di Astrazeneca salta il patto con i medici generici, che si fondava sull’uso di quel vaccino, ma anche quello previsto con le associazioni di categoria, che sarebbe partito nelle realtà lavorative in tutti i settori’. E’ un piano vaccini in panne quello che appare dopo il ritiro del vaccino di Astrazeneca, sia per un farmaco che viene a mancare, sia per le disdette importanti da parte di chi sembra voglia rinunciare a vaccinarsi pur di non inocularsi Astrazeneca. ‘Era giusto ritirarlo a scopo precauzionale, ma vi ricordo – ha detto Luca Zaia, nel corso della conferenza stampa di oggi a Marghera – che non è stato stabilito alcun legame tra le morti di cui ha parlato la cronaca italiana ed il vaccino. E’ giusto che la cittadinanza venga rassicurata e non possono essere ‘i laureati all’università di facebook’ a dire che sia stato Astrazeneca a procurare quelle morti o casi di trombosi. Devono essere la scienza, gli esperti, che poi, provvederanno, una volta fatte tutte le verifiche, a rassicurare l’opinione pubblica. Noi, qui in Veneto non abbiamo registrato casi di trombosi, nè reazioni gravi. E’ stato utilizzato l’ultima volta lunedì mattina’.
‘Siamo sommersi da richieste di vaccini, una valanga – ha continuato Flor – abbiamo quasi finito le dosi di Pfizer dando priorità ad anziani e ‘fragili. Il piano che stiamo attuando è quello organizzativo, dobbiamo eseguirlo per ‘classi’ e categorie individuate dal Ministero. L’impostazione rimarrà quella, il piano non lo tocchiamo, con la speranza di avere i vaccini. L’impatto di quanto sta accadendo con Astrazeneca è devastante, siamo costretti a decapitare il piano vaccinazione’.
“Non serve nessun piano – conclude Flor, precisando che oltretutto la Regione, nel tentativo di accelerare la vaccinazione, “ha intaccato le scorte di Pfizer e Moderna in magazzino, facendo conto sul fatto che le forniture settimanali avvengano puntualmente”. Nello specifico, si tratta di 56.100 dosi di Pfizer attese oggi, 83.000 dosi di Pfizer attese la prossima settimana, quando dovrebbero arrivare anche 30.000 dosi di Moderna. Senza di queste, il Veneto non riuscirebbe a somministrare la seconda dose a tutti i soggetti che hanno ricevuto la prima, in quanto al momento in magazzino ci sono appena 23.000 dosi di Pfizer e 18.000 dosi di Moderna. “Finora in Veneto sono arrivate 710.000 dosi di vaccino, di cui 543.491 sono state somministrate, con 374.000 prime dosi e 169.418 seconde dosi”, spiega Flor. Delle 710.960 dosi, 194.000 sono di AstraZeneca e di queste 68.251 sono state utilizzate. “Questo vuol dire che abbiamo in magazzino 125.000 dosi di AstraZeneca che dovevano servire per progredire con le nuove vaccinazioni e che invece sono ora ferme”. Quindi “e’ fondamentale che si arrivi quanto prima a un chiarimento”, conclude Flor.
‘Aifa chiarisca e riprenda la campagna vaccinale’