Nel vicentino ci sono circa 80 lupi, 7 branchi accertati, lupe che potrebbero a breve generare fino a 6/7 cuccioli a testa. Sono questi i numeri emersi questa mattina dall’incontro convocato dal prefetto di Vicenza Salvatore Caccamo e dal presidente della Provincia Andrea Nardin affiancato dal consigliere delegato Mattia Veronese, che hanno chiamato a raccolta a palazzo Nievo la Regione Veneto, le Aulss 8 Berica e 7 Pedemontana, le Unioni Montane del vicentino, le forze dell’ordine locali, la Lega Anti Vivisezione e soprattutto i sindaci dei 40 Comuni dove negli ultimi anni si sono verificate predazioni da lupo. All’ordine del giorno le problematiche connesse alla presenza del lupo nel vicentino, che si possono sintetizzare con altri numeri: 27 predazioni su animali da allevamento nei primi 6 mesi del 2023, 60 nel medesimo periodo del 2024. Più del doppio.
Quello che i numeri non dicono è stato con insistenza sottolineato dai sindaci: il lupo si sta abituando a cibarsi di animali da allevamento o addirittura domestici, da compagnia, prede più facili rispetto agli animali selvatici. Se non viene “educato” a stare lontano dagli allevamenti e dalle zone abitate, si avvicinerà sempre più, senza alcun timore di protezioni, recinti, dissuasori. “Servono misure decise” è stata la richiesta “altrimenti si rischia l’abbandono delle montagne e delle malghe, con conseguenze non solo sull’economia, sul turismo, sulle biodiversità e, soprattutto, sulla tenuta idrogeologica del territorio”.
“Un incontro proficuo -lo ha definito il prefetto Caccamo- che ha messo a confronto realtà del territorio, anche con sensibilità diverse, e ha permesso di affrontare con l’avallo dei numeri le problematiche legate alla presenza del lupo nel vicentino. Sono emersi spunti e suggerimenti, in particolare da chi vive in prima persona il problema delle predazioni. Ora è necessario fare sintesi, con una relazione che avrò cura di condividere con la Regione Veneto, che si è dimostrata estremamente attenta e disponibile, e con i Ministri competenti, per una soluzione che deve contemperare le esigenze dei titolari di aziende zootecniche e l’equilibrio ambientale. Il fenomeno verrà costantemente monitorato in particolare per verificare se si registrino episodi tendenzialmente in crescita di predazioni in aree antropizzate e alla presenza dell’uomo”
“La presenza questa mattina di 40 sindaci e di tanti rappresentanti del territorio, in particolare della montagna, è significativa di quanto la presenza del lupo desti preoccupazione nel vicentino -ha affermato il presidente Nardin- Le predazioni sono in evidente aumento e significano chiaramente un cambio di abitudine del lupo, che si avvicina sempre di più alle case e ai luoghi abitati, non ha paura, superando anche gli ostacoli con cui si cerca di mettere in sicurezza non solo gli animali da allevamento ma anche quelli domestici, cani e gatti. Un intervento è a mio avviso necessario e non più differibile. Attenzione però a non investire soldi su strumenti che già si sono rivelati insufficienti.”