Nessuno degli appartenenti alla lista ‘Partito dei Veneti’, nemmeno il candidato sindaco Alberto Bertoldo, è residente a Rotzo ma la compagine propostasi per le comunali di domenica 3 e lunedì 4 ottobre nel paese all’estremità più occidentale dell’altopiano dei Sette Comuni, ci tiene sin da subito a precisare che la loro non è una formazione ‘fantasma’ come avvenne a Posina lo scorso anno con candidature arrivate persino dalla Basilicata.

Non una nuova ‘Candidopoli’ dell’altopiano quindi, ma al contrario la volontà di metterci la faccia rispetto ad una questione più ampia dei confini comunali: la valorizzazione della regione per far contare di più anche le amministrazioni locali.

Delusi da quella che viene definita ‘la partitocrazia italiana’ e delusi soprattutto da una Lega troppo appiattita agli agi di una posizione governativa e battagliera solo a chiacchiere, è così che il Partito dei Veneti ha deciso di scendere in campo anche a Rotzo presentandosi al paese in modo molto trasparente: “Siamo consapevoli che la nostra partecipazione alle elezioni comunali si concretizzerà difficilmente con una vittoria” – commenta Bertoldo, 57enne imprenditore impegnato nel settore alimentare – “ma vogliamo portare le nostre istanze per un Veneto sempre più indipendente e di conseguenza un territorio ancora più ascoltato”.

Bertoldo e la sua lista, pur ammettendo di conoscere poco di Rotzo, dichiarano di aver avuto varie esperienze lavorative e associazionistiche nel comprensorio altopianese e di voler quindi impegnarsi specie per rilanciare il turismo: “Il momento è propizio per la montagna, ma da parte degli enti sovracomunali servono azioni di sostegno concreto e risorse mirate che ora invece vengono dissipate da un sistema centralista. Poi ritengo fondamentale sostenere il paese supportando tutte le associazioni, vera spina dorsale e anima di comunità  così piccole: in collaborazione con queste realtà, passo passo, si può fare tanto”.

M.Z.

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