E’ una ricorrenza che deriva dal mondo anglosassone e pare più precisamente dalla verde Irlanda dove i Celti festeggiavano ‘Samain’, identificando nel 31 ottobre la fine della stagione estiva. Questo era il periodo più magico dell’anno poichè il giorno non esisteva. Durante la notte il grande scudo di Scáthach – la semi dea guerriera – veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell’ordine e al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Da questo punto di vista le tribù erano un tutt’uno col loro passato e il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l’avvento del Cristianesimo.
Ma c’è un posto anche nel nostro Altopiano dei Sette Comuni dove si può rivivere la magia di Halloween e provare più qualche brivido: tutto merito di Dawn Renè Traverso – nata a Chicago da genitori italiani e ritornata nel Belpaese per motivi familiari – che nella sua villetta di Treschè Conca ha allestito un vero è proprio set dell’orrore che non ha nulla da invidiare alle scenografie di Cinecittà. Scheletri, mostri dallo sguardo glaciale e le immancabili zucche illuminate da una lugubre lanterna, fanno bella mostra tutto intorno alla casa. E non mancano streghette, gatti nere e ovunque ragnatele in attesa del…malcapitato visitatore.
Un lavoro di preparazione che per lei e i suoi familiari dura per giorni interi, una passione che Renè adora poi condividere con quanti – e sono tantissimi – vanno a vedere le sue realizzazioni e tra un ‘ooh’ e un balzo all’indietro per lo spavento, godono di uno spettacolo più unico che raro. “Ricordo che da piccola” – racconta Renè mentre attende che arrivi il buio a rendere ancora più suggestiva e surreale l’atmosfera – “si addobbava l’interno della casa e si cucinava la classicissima torta per antonomasia, la regina di Halloween, la Pumpkin Pie. Nei miei ricordi d’infanzia la acquistavamo nei grandissimi supermercati americani, si parla degli anni Sessanta e Settanta, poi sono diventata adulta e grazie alla ricetta di famiglia, lasciata in eredità dalla zia Mary, mi sono potuta cimentare nella realizzazione di questo dolce, scoprendo l’ingrediente segreto. Mio papà Artemio, invece, mi ha tramandato l’arte del saper scegliere le zucche giuste e il segreto per intagliarle. Era una festa per me e i miei figli vederlo all’opera, i ragazzi a bocca aperta guardavano le zucche prendere sembianze quasi umane come per magia: oggi con un po’ di nostalgia, ma lo stesso entusiasmo, posso in quest’occasione rivivere finalmente i ricordi del passato”.
E dopo Halloween di corsa a prepararsi – stavolta con decorazioni anche per i cuori più deboli – per il Natale. Ma questa è un’altra storia.
M.Z.
Roana. Da Chicago con amore: alla scoperta della casa che si trasforma in attrazione per le feste