Come previsto dalle schede ospedaliere, l’ospedale di Asiago è punto di riferimento per la riabilitazione e parte da qui il servizio di riabilitazione post-Covid che seguirà in particolare i pazienti con un con danno ai nervi periferici e temporanea difficoltà a muovere gli arti. Dopo il ricovero, il progetto prevede un monitoraggio di due anni con controlli a 3 e 6 mesi per valutare il grado di recupero a lungo termine. Entro l’estate inoltre sarà riattivata la Cardiologia Riabilitativa.
Nei malati Covid più gravi, anche dopo la negativizzazione, il virus spesso lascia significative conseguenze per la loro salute e qualità di vita. Per questi pazienti, l’Ulss7 Pedemontana ha attivano dall’inizio di maggio un progetto innovativo: un servizio specifico di riabilitazione post-Covid, presso il nuovo ospedale di Asiago, che prevede anche un’attività di monitoraggio a medio e lungo termine, dopo le dimissioni, per i successivi due anni.
Il progetto è coordinato dall’Unità Operativa Complessa di Recupero e Riabilitazione Funzionale dell’ospedale di Asiago, guidata dal dottor Mario Scapin, in collaborazione con l’U.O.C. di Recupero e Rieducazione Funzionale dell’ospedale di Santorso.
“La necessità di riabilitazione riguarda generalmente i pazienti ricoverati in Rianimazione oppure con un’assistenza di tipo semi-intensivo, dunque che hanno avuto un danno importante – ha spiegato Scapin – Questi pazienti presentano diverse problematiche: innanzitutto una stanchezza e debolezza muscolare in misura anche superiore rispetto a quelle riscontrate in altre categorie di pazienti dopo un periodo in terapia intensiva; inoltre spesso presentano un deficit prolungato dell’olfatto e del gusto, ma anche emicranie frequenti. C’è poi una quota di pazienti con una patologia “neuro-Covid”, ovvero con un danno neurologico periferico importante, quindi con temporanea incapacità di muovere gli arti, soprattutto quelli inferiori, ed è su questa categoria di pazienti in particolare che concentriamo l’attenzione nella Riabilitazione di Asiago”.
Per questi pazienti, il percorso riabilitativo inizia con una valutazione del danno neurologico e delle capacità residue: “La valutazione viene effettuata con esami strumentali – ha continuato Scapin – Utilizziamo le apparecchiature del “Gate Analysis”, l’analisi del cammino, già in dotazione all’ospedale di Bassano, per valutare le loro capacità e parallelamente eseguiamo un’elettromiografia per valutare la funzionalità del sistema nervoso periferico. A quel punto, in base al danno rilevato, fissiamo anche gli obiettivi possibili della riabilitazione e il percorso riabilitativo. In ogni caso il periodo di ricovero è sempre abbastanza lungo: in genere tra le 4 e le 6 settimane, durante le quali ogni paziente segue un programma di tipo intensivo, con 2-3 ore di riabilitazione tutti i giorni, distanziate nell’arco della giornata e divise in varie attività sia in palestra sia con il supporto del terapista occupazione o anche del logopedista, se necessario. Dopo il ricovero il paziente viene nuovamente valutato presso il Laboratorio di Gate Analysis, in questo caso all’ospedale di Bassano, ma il nostro progetto prevede anche un’attività di studio: i pazienti saranno rivalutati ogni 3 o 6 mesi nell’arco di due anni, per capire in quale misura il danno neuro-Covid può essere recuperato”.
Continuità della presa in carico
Per molti pazienti l’attività di riabilitazione post Covid all’ospedale di Asiago rappresenta in realtà la naturale prosecuzione di un supporto riabilitativo che in realtà ricevono già durante il ricovero in Area Covid, seppure con modalità e obiettivi diversi: “Negli ultimi mesi nell’ospedale di Santorso abbiamo lavorato con due terapisti per ogni area Covid – ha spiegato Francesca Rossetto, direttrice dell’U.O.C. Recupero e Rieducazione Funzionale dell’ospedale Alto Vicentino – I pazienti ricoverati vengono prima valutati dal punto di vista fisiatrico, motorio e respiratorio. È stato inoltre concordato un protocollo con la Pneumologia che prevede diversi gradi e tipologie di intervento in base al tipo di supporto respiratorio di cui necessitano i pazienti. Già durante il ricovero in area Covid vengono dotati di una serie di ausili che migliorano la respirazione in un’ottica di tipo riabilitativo e, nella misura in cui le loro condizioni lo consentono, vengono assistiti nell’eseguire una serie di esercizi respiratori da svolgere poi in autonomia. Per i pazienti più gravi, in genere tracheotomizzati, si porta avanti anche un protocollo di decanulazione. Inoltre si individuano i pazienti che presentano un deficit motorio dovuto ad un danno ai nervi periferici, per i quali viene appunto programmato il ricovero ad Asiago quando si saranno negativizzati”.
Entro l’estate la Cardiologia Riabilitativa
Il progetto di riabilitazione post-Covid non è comunque l’unica novità in ambito riabilitativo che riguarda l’ospedale di Asiago: nel corso dell’estate è prevista infatti l’attivazione della Cardiologia Riabilitativa, riprendendo così un’attività che era stata sospesa con lo scoppio della pandemia, e consentendo così ai cittadini residenti nel territorio dell’ULSS 7 Pedemontana operati in Cardiochirurgia di trascorrere il ricovero post-intervento in una sede vicino a casa.
«Il servizio sarà assicurato tramite la presenza di uno specialista della Cardiologia di Bassano che sarà distaccato ad Asiago – spiega il dott. Fabio Chirillo, direttore dell’UOC di Cardiologia dell’ospedale San Bassiano -. Il percorso dei pazienti inizierà con una valutazione all’ingresso circa le loro problematiche cardiologiche ed eventualmente post operatorie e le loro capacità funzionali. Sulla base di questa valutazione sarà costruito un programma riabilitativo personalizzato, in collaborazione con il fisiatra e i fisioterapisti, con esercizi in palestra caratterizzati da un crescente livello di impegno, per sei ore al giorno. Alla fine del ricovero, che durerà circa 15 giorni, sarà effettuata una nuova valutazione per verificare i progressi compiuti e saranno quindi programmate ulteriori azioni a supporto del paziente, come sessioni di riabilitazione in day hospital e controlli ambulatoriali. Voglio sottolineare comunque che oltre a coordinare la Cardiologia Riabilitativa, la presenza di uno specialista della Cardiologia presso l’ospedale di Asiago assicurerà per tutta la comunità dell’Altopiano un’assistenza specialistica in ambito cardiologico anche per altre necessità, come visite specialistiche e consulenze cardiologiche per i pazienti ricoverati in ospedale».
Sinergie tra ospedali
Prosegue così l’impegno per rendere l’ospedale di Asiago sempre più un polo di riferimento per le attività di riabilitazione, in un’ottica di forte integrazione con gli altri ospedali dell’ULSS 7 Pedemontana, come spiega il Direttore Generale Carlo Bramezza: «Il progetto di riabilitazione post-Covid risponde in modo efficace alla necessità di continuare ad assistere alcuni pazienti anche dopo la loro negativizzazione e dimissione dall’ospedale, per garantire loro una presa in carico completa e migliorare la loro qualità di vita dopo la guarigione. Considerando il ruolo dell’ospedale di Santorso nella gestione dell’emergenza Covid, questo nuovo servizio ne costituisce un’importante integrazione. Ma ora che grazie al piano di vaccinazione abbiamo una prospettiva sempre più vicina e concreta di uscire dall’emergenza della pandemia, dobbiamo anche guardare oltre: così già entro l’estate intendiamo riattivare la Cardiologia Riabilitativa, che consentirà ai nostri cittadini pazienti operati al cuore di trascorrere la riabilitazione in un ospedale modernissimo e vicino a casa, oltre che in un contesto di grande bellezza. Sono tutte dimostrazioni dei grandi risultati che è possibile ottenere attraverso una collaborazione sempre più stretta tra i nostri ospedali».
“Le schede ospedaliere regionali prevedono la presenza all’ospedale di Asiago di 40 posti letto per la riabilitazione: al momento ne sono attivi 21 ma stiamo lavorando, compatibilmente con la conclusione del trasferimento nel nuovo ospedale e con la fine della pandemia, per l’attivazione anche dei posti letto mancanti – ha sottolineato Antonio Di Caprio, Direttore Sanitario dell’Ulss7 Pedemontana – La riattivazione della Cardiologia Riabilitativa va appunto in questa direzione e conferma il ruolo dell’ospedale di Asiago quale polo della riabilitazione nell’ambito delle strutture ospedaliere dell’Ulss7 Pedemontana”.
di Redazione Altovicentinonline