Un attacco in pieno regola ed in pieno giorno da parte di un lupo contro un esemplare femmina di cervo a Gallio.
Il video amatoriale ripreso sabato mattina in località Busa Fonda di Gallio, sull’altopiano di Asiago, mostra l’incontro ravvicinato da parte di due giovani ragazze vicentine che stavano transitando con la loro macchina.
Assistendo spaventate ed impotenti all’interno della vettura, hanno ripreso i momenti dell’attacco del lupo contro una piccola cerva, tentando di distrarlo a suon di clacson, ma dalle ultime immagini del video il lupo sembra non avere alcuna intenzione di abbandonare la preda.
Le reazioni della Regione dopo gli ultimi attacchi
“Ho ereditato il progetto comunitario Life– Wolfalps, recepito da una delibera nel 2013 – premette l’assessore – Mi sono trovato a gestire una situazione difficile, con gli allevatori da una parte e gli animalisti dall’altra. Ha adottato un approccio pragmatico e concreto, da buon amministratore, lasciando da parte le ideologie e affrontando i problemi, nel rispetto delle leggi, italiane ed europee, secondo le soluzioni tecniche a disposizione e le risorse disponibili”.
Nel 2016 – ricorda Pan – l’assessorato regionale si è adoperato per finanziare e far installare 20 recinti elettrificati, consegnati agli allevatori in Lessinia, e per accelerare le procedure di rimborso per gli allevatori colpiti dalle predazioni dell’animale selvatico.
“Nel corso del 2016, utilizzando i capitoli di bilancio relativi ai danni da fauna selvatica – precisa l’assessore – la Regione Veneto ha stanziato 40 mila euro per risarcire gli allevatori in Lessinia. (risarcimenti quantificati secondo il valore di mercato comunicato dall’Associazione regionale degli allevatori) e quasi 100 mila euro per installare recinzioni elettrificate, dissuasori acustici e altre azioni di prevenzioni, come cani da pastore abruzzesi. E attualmente sta procedendo con le fasi istruttorie per i pagamenti delle predazioni del 2017 “.
“Entro luglio 2017 – aggiunge – risulteranno installati in Veneto 180 recinti elettrificati (60 in Lessinia, 60 Asiago, 60 Belluno) e saranno incaricati 3 assistenti agli allevatori, più una figura di supporto e una figura di tutor per la gestione dei lupi nelle tre aree”.
L’assessore ha istituito e reso operativo il Tavolo regionale per la gestione composto da tre gruppi tecnici al lavoro per le aree interessate (Lessinia, Altopiano Asiago e Grappa).
Complessivamente – ricorda l’assessore – con il progetto Wolfalps sono stati stanziati dal 2014 a oggi, per gestire la presenza del lupo in veneto, 560.000 euro, di cui 430.000 finanziati dall’Ue e 130.000 cofinanziati dalla Regione (indennizzi a parte).
“Ad oggi queste risorse previste dal progetto Wolfalps sono esaurite – avverte l’assessore – La naturale scadenza del progetto sarà nel giugno 2018 e la mozione approvata dal Consiglio regionale del Veneto impegna la Giunta a non aderire più al progetto comunitario. Ma la presenza del lupo resta comunque tutelata dalle direttive comunitarie e dalla normativa nazionale”
Pan ricorda, infatti, che il governo italiano ha recepito la direttiva europea “Habitat” del 92/43/Cee, modificata ed integrata nel 2003, che definisce il lupo “specie di interesse comunitario”, da conservare e rigorosamente protetta.
“Tuttavia la norma in questione – osserva l’assessore – prevede la possibilità di deroga di divieti cattura e abbattimento (se non si pregiudica il loro mantenimento e stato di conservazione), previa autorizzazione del Ministero Ambiente e Tutela Territorio e dell’Ispra- Chiederò, quindi, in una delle prossime riunioni della Commissione Politiche Agricole, insieme ad altre regioni, tra cui la Toscana, che venga discusso il Piano di gestione e conservazione a livello nazionale, già rinviato una prima volta nel febbraio 2017.
“E chiederò, inoltre – – conclude Pan – che la Conferenza Stato Regioni discuta ulteriori risorse finanziarie complementari per sostenere gli interventi di prevenzione e compensare le perdite di reddito con liquidazione dei danni, visto che in Veneto tali risorse sono terminate. Solo se la questione verrà affrontata su scala interregionale, con il coinvolgimento diretto del ministero per l‘Ambiente, sarà possibile prevenire i rischi causati da questa specie predatoria e contenere in maniera concreta ed efficace i danni agli allevamenti ”.