Se è vero il detto “sposa bagnata sposa fortunata” l’inaugurazione del rinnovato comprensorio sciistico leMelette avvenuta sotto una pioggia fitta ed insistente fa sperare in un futuro roseo per l’area turistica estiva ed invernale “risorta”,  grazie allo sforzo di molti oltre agli ingenti finanziamenti pubblici sia delle amministrazioni locali sia del Fondo Comuni di Confine. L’inaugurazione è stata salutata come “un sogno che si realizza” dalle tante autorità istituzionali intervenute al taglio del nastro. Un sogno iniziato nel 2010 quando le tre amministrazioni comunali di Asiago, Gallio e Roana hanno testardamente voluto quest’opera di ammodernamento convinte che costituiva la base per il rilancio vero e definitivo dell’Altopiano, soprattutto nel mercato turistico invernale. Un desiderio che proseguirà con l’ammodernamento degli altri parchi sciistici altopianesi e dei centri urbani di Gallio e Asiago.

Durante la cerimonia, la festa era tutta per leMelette e per gli oltre 200 soci che hanno creduto nel sogno sottoscrivendo le quote di partecipazione in un momento in cui le criticità erano ancora tante ed il taglio del nastro  ancora lontano e nemmeno in programma.

Un sogno che simboleggia anche una rinascita con l’imponente seggiovia a 6 posti da 2 mila persone all’ora che ancora oggi si diparte tra alberi a terra e boschi gravemente danneggiati dalla tempesta Vaia. Emblema della caparbietà degli altopianesi di riprendersi come fatto tante volte nel passato e che il loro accapigliarsi talvolta non fa altro che sottolineare quanto siano attaccati alla loro terra. Un terra appunto “da sogno” che le piste delle Melette riveleranno a quanti saliranno a scoprire queste bellezze, appena il meteo vorrà imbiancare i suoi boschi e montagne.

Come ha sottolineato il presidente della società di gestione “Ski area Altopiano di Asiago Sette Comuni” Andrea Rigoni, “Il lavoro svolto, l’impegno profuso da tante persone, il coraggio di crederci restituisce le Melette alla comunità altopianese e alla comunità degli sciatori appassionati che troveranno impianti di risalita all’avanguardia e baite riviste in un’ottica di promozione dei prodotti locali e del benessere; ma soprattutto quei 25 km di piste che hanno costituito e costituiranno un luogo d’eccellenza per lo sci e per la vita all’aria aperta”.

 

 

La soddisfazione del sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern

“Ci sarebbero tantissime persone da ringraziare e che hanno permesso di arrivare a questo momento importante per la nostra comunità. Un’opera che nasce nel 2007 sulla scia del referendum per il passaggio sotto la Provincia autonoma di Trento quale unico mezzo a disposizione della popolazione altopianese per reagire contro gli assurdi privilegi di cui ancora godono le province autonome nostre dirimpettaie. Dalla strada tracciata dal Ministro Aldo Brancher e dai sindaci Andrea Gios di Asiago, Pino Rossi di Gallio e Valentino Frigo di Roana; poi proseguita da chi li ha succeduti. Siamo riusciti a portare avanti questo ambizioso progetto oltrepassando ostacoli che sembravano invalicabili e a superare il ragionamento stantio dei campanili portando la nostra forza oltre i confini comunali e guardando all’Altopiano come un unico grande territorio”.

 

Leonardo De Marzo: ‘Orgoglio dell’intera provincia’

Il consigliere provinciale Vicenza delegato allo sviluppo dell’accoglienza turistica sul territorio ha voluto sottolineare il ruolo di un intero territorio che comprende la provincia di Vicenza tutta:  “Sono particolarmente orgoglioso di quanto è stato fatto perché il risultato non era scontato. E’ un rilancio vittorioso dell’Altopiano a cui si affianca la Provincia che così si arricchisce di una nuova emozione che la terra vicentina può offrire. L’Altopiano da oggi è un esempio per tutti dimostrando quanto si possa ottenere facendo squadra”.

 

Roger De Menech, onorevole e presidente Fondo Comuni Confinanti:

“I fondi di confine sono uno strumento innovativo perché non calano opere dall’alto ma recepiscono le proposte che arrivano dai territori che poi mettono insieme pubblico e privato per portare avanti investimenti possano far rifiorire i territori montani portando investimenti e occupazione.

Stiamo già lavorando per il prossimo triennio: altri 40 milioni di euro saranno messi a disposizione della montagna veneta per infrastrutture ma soprattutto per il mantenimento di servizi”.

 

Non è voluta mancare Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto:

“Oggi è il giorno giusto per l’inaugurazione perché il 21 dicembre è il solstizio d’inverno, giorno in cui la luce inizia a prevalere sull’oscurità e sarà così anche per le Melette dove è emerso il grande senso di appartenenza e la forza di questo territorio. Tutti sognavamo di veder rinascere le Melette ma solo grazie alla gente dell’Altopiano e chi l’ama, in primis Andrea Rigoni, questo sogno è diventato realtà gettando le basi per un futuro di accoglienza e di alta formazione turistica in maniera che chi vive sull’Altopiano possa continuare a viverci con benessere e serenità”.

 

Roberto Ciambetti, presidente consiglio veneto (in video saluto):

“Come rappresentante regionale al tavolo del Fondo di confine ritengo questo giorno storico, perché questa località, in cui hanno imparato ad amare lo sci decine di migliaia di persone, torna a farsi amare”.

 

Luca Zaia, governatore veneto (con lettera letta dal sindaco di Gallio):

“Voglio complimentarmi con tutti coloro che sono coinvolti nell’iniziativa imprenditoriale per gli sforzi profusi per arrivare a questo traguardo, non solo infrastrutturale e turistico, ma anche occupazionale. E’ a sforzi come questo che si riconduce la determinazione e capacità imprenditoriale veneta”.

 

Emanuele Munari, sindaco di Gallio:

“Questo taglio del nastro rappresenta qui sull’Altopiano il primo esempio di collaborazione pubblico – privato in grande scala oltre ad essere la prima opera inaugurata realizzata con l’impulso dei fondi di confine.

Le difficoltà sono state tante e molteplici le preoccupazioni durante questo lungo percorso.

Gli stessi Comuni hanno compiuto sforzi importanti con tagli alla spesa e gestione oculata delle risorse per destinare gli avanzi di bilancio all’ammodernamento dell’area. Oggi riconsegnamo le Melette soprattutto ai cittadini altopianesi che hanno accettato questi sacrifici; ma soprattutto hanno saputo dare il via al progetto portando avanti la campagna referendaria; le risorse del fondo di confine infatti sono di tutti loro”.

di Redazione AltovicentinOnline

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