“Cala l’export dei prodotti locali e spopolano i falsi alimentari”.
Così Sergio Berlato, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della Terza Commissione permanente, dichiara dopo aver preso atto dei primi dati che arrivano sul Ceta, l’accordo commerciale di libero scambio tra Canada e Unione europea.
“Le nostre perplessità e paure, riportate nella mozione 253, approvata a larga maggioranza nel 2017 dal Consiglio regionale, si sono dimostrate fondate – ha esordito il consigliere – Non possiamo che allarmarci davanti al grande calo di esportazioni che hanno subito i prodotti made in Italy. Mentre il Canada festeggia una crescita nella produzione di ben 6,3 milioni di chili di Parmesan, una cattiva copia del nostro Parmigiano Reggiano, i prodotti del settore caseario italiano sono in forte decrescita, citiamo non solo il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano a -32%, ma anche il veneto formaggio Asiago con ben -44% nell’esportazione. Questi sono dati che ci allarmano, perché colpiscono il settore del made in Italy in una maniera inequivocabile. È indispensabile – ha proseguito Sergio Berlato – garantire il rispetto delle nostre regole, perché non si celi dietro alla dicitura ‘reciprocità nel libero scambio di merce’ una deregolamentazione che invece pregiudica in modo particolare la tipicità delle nostre produzioni agricole, non più garantite da specifici controlli in merito alla sicurezza alimentare, ad un’idonea tutela della salute dei consumatori e dei lavoratori di comparto. Il danno è aggravato proprio dagli standard qualitativi al ribasso rispetto a quelli che invece vengono applicati nelle aziende agricole venete e italiane, defraudando così, con questo accordo capestro, interi mercati e comportando sul nostro territorio un grave e pesante impatto sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Da sempre – ha concluso – ci battiamo per la difesa delle nostre tradizioni, del ‘made in Italy’ e dei nostri prodotti e ci aspettiamo che questo intento venga perseguito da tutte le forze politiche, affinché venga garantito un percorso di qualità almeno pari a quello che costantemente viene richiesto al nostro paese”.