“È la quarta vacca che mi viene assalita dal lupo e questa volta è stata aggredita in pieno giorno, intorno alle 13, a testimoniare che il carnivoro ha cambiato le proprie abitudini e non ha nessun timore a girare indisturbato in pieno giorno, evidentemente consapevole che non ci sono minacce per la sua incolumità né di giorno, né di notte”. Con queste parole Marino Rigoni dell’agriturismo La Casara di Gallio descrive la predazione da lupo avvenuta nei giorni scorsi ai danni di una sua manza che pascolava liberamente nell’area dell’agriturista delimitata con apposita fettuccia elettrificata. Ed il caso non è affatto isolato in questi giorni, infatti questa mattina è avvenuta la seconda predazione della settimana ai danni della Malga Quarto Lotto a Marcesina, gestita da Marco Fortunato Dalla Palma.
La rabbia e la delusione nei confronti delle istituzioni, a tutti i livelli, è grande. “Mi chiedo come le nostre istituzioni possano rimanere impassibili di fronte a questa mattanza e, in molti casi – sottolinea Rigoni – non si degnino neppure di far visita alle imprese colpite o di fare una telefonata, per dimostrare, quanto meno, la propria solidarietà e vicinanza per gli importanti danni subiti a livello economico oltre che psicologico per chi ogni giorno si occupa di questi animali. Il supporto di Coldiretti Vicenza è stato costante, così come l’impegno dell’Associazione nell’affrontare il problema, ma ciò che sorprende è l’inerzia del mondo politico ed istituzionale”.
Il benessere animale non viene affatto premiato. Il percorso intrapreso da tempo dagli allevatori veneti, ma non solo, nella direzione di garantire agli animali condizioni di vita migliori, che comprendono il benessere in stalla e, qualora possibile, il pascolamento in montagna, sembra decisamente rischioso. “I nostri animali sono liberi di pascolare in un territorio di 35 mila metri quadrati – prosegue Rigoni – protetto da fettuccia doppia elettrificata. Quando il lupo ha visto i nostri nove cani correre all’interno dell’area ha sfondato la recinzione con una violenza mai vista. Questo episodio ha provocato un trauma ai nostri animali, che ora hanno assunto dei comportamenti diversi rispetto al passato, agitandosi ogni volta che vedono qualcosa che si muove. Ed anche su di noi c’è stato un forte impatto, perché quanto accaduto ci ha segnato. Già non dormiamo di notte per sorvegliare gli animali al pascolo, in questo modo ci siamo resi definitivamente conto che non si può stare tranquilli neppure di giorno”.
La vacca uccisa all’agriturismo La Casara di Gallio è la dodicesima vittima della settimana nelle montagne vicentine. “Ci viene da più parti detto che dobbiamo pensare ad accudire i nostri animali – conclude Rigoni – ma chi dice queste cose dovrebbe provare a sorvegliare ottanta vacche al pascolo in una vasta area come la nostra. Molte persone, specie gli animalisti, sono convinti che le vacche dormano tutte su letti allineati, come in una camerata, ma questa immagine è ben diversa dalla realtà. La situazione è destinata progressivamente a peggiorare, perché sono nati i cuccioli dei lupi, quindi la prossima stagione si preannuncia già drammatica per chi come me porta al pascolo i propri animali in montagna”. Il pericolo, comunque, si fa sempre più prossimo alle aree urbane, come dimostrato da quanto accaduto nei giorni scorsi a Spresiano, nel Trevigiano, con l’attacco del lupo ad un cane e la predazione di un gatto ai danni di una famiglia che stava serenamente cenando sotto al portico della propria abitazione.
La preoccupazione di Coldiretti Vicenza è forte: “Non possiamo permettere che questa situazione prosegua oltre. Abbiamo manifestato a livello regionale lo scorso 25 luglio e continueremo a far sentire la nostra voce ed a fornire agli allevatori tutto il supporto possibile, ma occorre che le istituzioni e la politica inizino, in concreto, a fare qualcosa per risolvere questo annoso problema”.