Piste da sci prese d’assalto nonostante le raccomandazioni e proprio da quei sindaci che auspicavano una grande stagione invernale per le loro strutture, a malincuore arriva il monito. “Nonostante gli accorati appelli sono stati rilevati numerosi fatti e comportamenti di persone irresponsabili, incaute ed anche imbecilli che hanno messo a rischio loro stesse e tutti gli altri non attenendosi ai protocolli” – ha commentato Emanuele Munari, sindaco di Gallio, che ha visto i ‘suoi’ impianti, appena rinnovati, intasati di sciatori che si sono accalcati senza rispettare le norme di distanza e sicurezza imposte dal protocollo per contenere la diffusione del Coronavirus.

Nel frattempo, a livello nazionale, proprio per evitare che la situazione del weekend si ripeta, si è deciso per lo stop degli impianti.

Fino a venerdì la differenza di normative tra Veneto e Trentino Alto Adige era finita nel mirino di Federico Caner, assessore regionale veneto al Turismo, a causa di una sproporzione nelle applicazioni delle regole che impongono accessi limitati di un terzo e distanza di sicurezza tra gli sciatori.

“Gli impiantisti delle localita’ sciistiche venete sono autonomamente disponibili a chiudere, sarebbe un segnale che darebbe anche la compattezza in una soluzione univoca – ha reso noto il presidente del Veneto, Luca Zaia – E’ vero che gli impianti non sono nella ‘zona rossa’, sono nelle province di Belluno, Vicenza e Verona e non devono chiudere per decreto, ma stanno valutando di farlo in questo senso. Intanto comunque resta che devono operare senza assembramenti e in rispetto del ‘droplet’, quando non si rispetta questo – ha concluso – e’ comunque una violazione del decreto”.

di Redazione Altovicentinonline

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