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Enego. Quarta predazione in agosto a Malga Lisser

“Non se ne può proprio più. È da oltre dieci anni che nel nostro territorio lottiamo contro i grandi carnivori, prima contro l’orso, che ha seminato paura e tanti bovini morti, ed ora il “film” si ripete con il lupo, che non ha paura di nulla, si avvicina tranquillamente all’edificio della malga, preda i nostri capi e se ne va fiero, con la convinzione di chi, comunque, la farà franca”. Con queste parole Marco Dalla Palma, gestore di Malga Lisser ad Enego, denuncia la quarta predazione consecutiva avvenuta ai danni della sua azienda nel mese di agosto.

Un’escalation che Coldiretti ha segnalato da tempo, in quanto denunciare ciò che accade alle aziende del territorio è fondamentale per sperare che la politica inizi a fare qualcosa di concreto. “I nostri soci chiedono azioni fattive di contenimento, non tavoli di lavoro, confronti o altre chiacchiere. C’è bisogno di strategie – commenta Coldiretti Vicenza – di immediata applicazione, capaci di invertire la rotta dell’inerzia a favore della salvaguardia delle imprese, del territorio e dell’economia, che è fatta anche di un importante indotto turistico ed enogastronomico”.

“Delle quattro vitelle predate dal lupo, in quattro distinte occasioni – prosegue Dalla Palma – due sono state ferite gravemente. Ed una di queste, che era gravida, ha dovuto abortire ed in seguito all’episodio ha contratto una seria infezione, che stiamo trattando, ma dalla quale difficilmente potrà uscirne. Lo scorso anno la situazione non è stata migliore, infatti abbiamo subito altre tre predazioni, ma a settembre inoltrato, quindi verso la fine della stagione di monticazione”.

I malghesi fanno quello che possono per difendere i propri animali dagli attacchi, ma sorvegliare aree così vaste come quelle di competenza delle malghe non è affatto semplice.

“Abbiamo adottato le misure previste per salvaguardare il nostro bestiame – sottolinea Dalla Palma – ma è impossibile riuscire nell’intento, pur restando svegli l’intera notte per fare la ronda nel pascolo. La nostra area è interamente recintata con il cordino elettrificato, ma abbiamo costatato che contro i lupi questa misura è del tutto inutile, in quanto riescono ugualmente a varcare il confine ed a compiere indisturbati le predazioni”.

La situazione, quindi, è decisamente complessa ed ha superato da tempo il limite della sostenibilità. “Mi auguro davvero che le istituzioni e la politica – conclude Dalla Palma – inizino a pensare a noi allevatori e malghesi, perché le condizioni di lavoro a cui siamo costretti sono assurde. Inoltre, nel tentativo di difenderci dal lupo, siamo costretti a trascurare altri lavori nei campi, a scapito della nostra attività aziendale, ma non potremo andare avanti a lungo in questo modo”.