A 100 anni dalla nascita di Mario Rigoni Stern, il documentario sul famoso scrittore dell’Altopiano approda alla 78esima mostra del Cinema di Venezia.
La presentazione sabato 4 settembre all 12.30 allo Spazio Regione dell’Hotel Excelsior, al Lido di Venezia.
Un viaggio tra presente e passato, ricco di testimonianze e riflessioni per raccontare lo scrittore Mario Rigoni Stern (1921-2008) in occasione del centenario della sua nascita. Nel corso di una giornata, dall’alba alla notte stellata, la voce di Stern ricorda gli anni di guerra e di prigionia. Il Sergente degli Alpini, ritornato a casa, è divenuto col tempo il custode dell’altopiano di Asiago e la sua terra natale assume il valore di un mondo da preservare contro le guerre e l’indifferenza.
A guidare la narrazione del documentario è la voce di Mario Rigoni Stern in persona. Partendo dagli ultimi anni e viaggiando a ritroso, lo scrittore ricorda la guerra, la prigionia e il ritorno a casa, per concludersi al momento della pubblicazione del ‘Sergente nella neve’ (1953), libro che segna l’inizio della sua carriera. Per rispettare questa narrazione personale, abbiamo ricercato testimonianze legate alla vita privata dello scrittore. Oltre alla moglie e i figli, intervengono amici nel campo del teatro, del cinema e della musica e personalità legate a collaborazioni di cui lo scrittore ha lasciato documentazione.
Simbolicamente il racconto si svolge nell’arco di un giorno sull’altopiano di Asiago, dall’alba alla notte stellata. Ma altri luoghi della storia ci portano in Val d’Aosta, in un lago in mezzo alle montagne e al castello Duca degli Abruzzi, sede della scuola militare di alpinismo alla quale Stern si era arruolato volontario nel ’38. E poi in Austria, al passo Preblich, alla ricerca del Lager in cui mette ordine agli appunti e riprende a scrivere ‘Il Sergente nella neve’.
“Abbiamo conosciuto Mario Rigoni Stern nel 1996, proprio all’inizio della nostra carriera cinematografica, in occasione di alcune riprese utilizzate anni dopo nel documentario La Grande Guerra sull’altopiano di Asiago – spiegano i registi Tommaso Brugin e Federico Massa – La sua figura in qualche modo ci ha accompagnato in questi anni come una guida silenziosa ma sempre presente. Il ricordo di quell’incontro ci ha colpito profondamente, segnando i temi e le atmosfere di alcuni lavori successivi. D’altronde come non rispecchiarsi sui suoi valori: la storia vissuta dal basso, l’attenzione ai deboli, il senso della giustizia, la difesa della natura. E’ un mondo, quello raccontato e vissuto da Mario Rigoni Stern, che proprio in quest’ultimo periodo sta diventando di moda, ma che è sempre stato al centro della nostra attenzione. Proprio nei giorni scorsi la sua figura ci è venuto alla mente leggendo le parole di Alexander Lazslo, ricercatore di sistemi policulturali: “Nessuno, oggi, viene percepito come una persona di successo solo ed esclusivamente perché vive la sua vita in totale armonia con l’ambiente, o perché mette il bene comune e della natura davanti al resto: eppure questa è la cosa più importante che chiunque possa fare”. La capacità di Mario raccontare in modo asciutto e senza retorica il dramma dei soldati e la sua maestria nel farci vivere la natura, ci hanno motivato a rileggere nel corso del tempo le sue opere approfondendo il percorso di tutta la sua vita. Oggi Stern è il custode dell’Altopiano, ma è anche una sentinella per il futuro, contro le nuove guerre e la superficialità di una società che consuma tutto: l’ambiente, le tradizioni, la memoria. In occasione del centenario della sua nascita, raccontare Stern per noi significa riscoprire la sua lezione di storia e umanità”.