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Asiago. Ingegnere lascia il posto fisso per diventare malgaro. Torna dove era cresciuto da bambino

Ricordi nel cuore, profumi d’infanzia troppo forti da sopperire e, davanti alla richiesta di aiuto della sua terra, Matteo Marini, 29 anni, non ha potuto fare altro che lasciare il suo lavoro in ufficio da ingegnere a Carmignano di Brenta a Padova, per salvare la malga di famiglia sull’Altopiano di Asiago. Una storia forte, che forse può inizialmente stridere davanti alle migliaia e migliaia di richieste di lavoro degli italiani. Ma andando a fondo della questione, si percepisce l’amore profondo di quest’uomo per la sua malga che lo ha portato, quasi a manimalga matteo marini basse, alla scelta di respingere un posto di lavoro così ambito ed importante come quello di ingegnere meccanico dipendente della Ecoprogetti, per raggiungere il fine settimana l’Altopiano, portando avanti il lavoro del nonno Tarquinio, amico di Ermanno Olmi e dello scrittore Mario Rigoni Stern, prendendo in gestione la Malga Dosso di Sotto. La malga, in mano alla sua famiglia da quasi 50 anni a nome della Società agricola Marini di Ugo e Raffaele, ha rischiato di non avere più un ‘padrone’ per via del cambio delle condizioni del bando per la selezione della gestione, che incentivano di più i giovani. A quel punto Matteo, vedendosi scivolare dalle mani la sua amata malga, ha dovuto prendere una decisione drastica, ed è diventato il rappresentante legale dell’azienda. Un grosso cambiamento il suo, da ingegnere a malgaro, dai progetti e calcoli in ufficio al trovarsi immerso nella natura, tra i prati dove da piccolo giocava, luoghi che allora gli hanno dato tanto e per i quali ora lui è pronto a lottare.“Sono tante le storie e le immagini custodite da questa malga affacciata su un panorama straordinario a 1.648 metri, tra la Val Formica e Cima Larici nell’Altopiano di Asiago, gestita da più di mezzo secolo dalla famiglia padovana Marini. – scrive Coldiretti Giovani Impresa sulla storia di questo giovane ingegnere malgaro – A raccogliere il testimone dal nonno Tarquinio, dallo zio Raffaele e dal papà Ugo, l’ingegnere Matteo Marini ha scelto di salire dalla pianura per tenere vivo questo angolo di paradiso, carico di poesia e di memorie, in cui ha passato l’infanzia.”

Un luogo che ha tanto da raccontare e che va preservato, distese di pascoli che hanno visto grandi figure del 900 e che hanno sedotto anche il regista Ermanno Olmi, amico di famiglia e del nonno di Matteo, che nel 2014 li ha scelti come set naturale per diverse scene dell’ultimo film della sua carriera “Torneranno i prati”. Nodi che si intrecciano, strade che si ripresentano lungo il percorso di chi non può ignorare il richiamo dei suoi monti, portando avanti con onore e fierezza la memoria e gli impegni della sua famiglia. La storia di Matteo sarà presentata oggi venerdì 1 settembre 2023 al Lido di Venezia alle 20, all’Excelsior, nello spazio della Regione del Veneto insieme a Veneto Film Commission, in occasione dell’80^ edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica, aperta il 31 agosto e che terminerà il 9 settembre con la speranza che possa magari un giorno diventare un film.

Laura San Brunone