Dopo un lungo tira e molla l’ospedale di Asiago ha il servizio di anestesia H24 grazie all’accordo firmato tra la direzione generale ed una cooperativa. 5 mesi per il momento, al costo di poco più di 190mila euro e la soddisfazione dei sindaci per la decisione dell’Ulss, che pone temporaneamente fine ad una situazione di irregolarità atavica dell’ospedale di Asiago. La stessa commissione nazionale dei punti nascita infatti ha imposto il servizio di anestesisti H24 per attribuire la deroga al punto nascita che ha meno di 500 parti l’anno.

L’occasione però ha riportato a galla le tensioni emerse tra il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern e i colleghi altopianesi.

Più critico a battagliero nei confronti delle schede ospedaliere e quindi della Regione era stato nei mesi scorsi il primo, disposto anche a dare sostegno ai colleghi dell’Alto Vicentino e astenuto durante la fase di approvazione delle schede, più accondiscendenti verso la giunta di Luca Zaia gli altri, che fin da subito avevano accettato i diktat da Venezia schierandosi decisamente dal lato opposto rispetto ai sindaci dell’Alto Vicentino.

A smorzare gli attriti, dopo un iniziale ‘j’accuse’ al collega di Asiago, ci ha provato Emanuele Munari, sindaco di Gallio e presidente dell’Unione Montana dell’Altopiano, che dal suo profilo facebook ha dichiarato, a nome suo e dei colleghi, “Ottimo risultato ottenuto come Unione Montana dell’Altopiano di Asiago e dei Sette Comuni con Regione e Direzione Generale Ulss 7. Con il servizio di anestesia H24 è garantita la sicurezza del nostro ospedale e di tutti i reparti. A favore dei cittadini di Asiago, di tutto l’Altopiano e dei nostri turisti”.

“E’ una bella notizia che evidenzia la volontà di superare questa criticità da sempre riscontrata nel nostro ospedale – ha sottolineato Rigoni Stern – La presenza dell’anestesista durante tutte le 24 ore, coprendo anche la notte, è una garanzia di maggiore sicurezza per i pazienti soprattutto nel caso in cui si dovessero affrontare delle emergenze. Per questo ringrazio, a nome della città di Asiago, il direttore generale Bortolo Simoni e la Regione Veneto per gli sforzi, anche economici, che questa decisione ha comportato. Auspico che la convenzione temporanea con questa cooperativa di anestesisti, limitata ad una durata di 5 mesi, possa presto trasformarsi in un potenziamento permanente e definitivo della sicurezza del nostro ospedale, soprattutto in vista dell’apertura del nuovo ospedale, prevista a breve”.

Si è posta così una pietra sopra alla contrapposizione tra primi cittadini, causata dall’approvazione delle schede ospedaliere.

Il problema di fondo, su cui convergeva il contrasto, risale proprio alle discussioni sulle schede ospedaliere per i 3 ospedali della Ulss 7 Pedemontana (Santorso, Bassano e Asiago), in definizione da inizio 2019 e poi siglate nella seconda parte dell’anno. Schede che all’inizio minacciavano la chiusura di 2 reparti all’ospedale di Asiago, mettendo a rischio il punto nascite.

“Troppa attenzione all’ospedale di Bassano e poca a quella dell’Alto Vicentino” aveva creato la grande spaccatura tra i sindaci dei distretti 1 e 2 della Ulss, con Roberto Rigoni Stern che, per solidarietà nei confronti dei colleghi politicamente più deboli (quelli della conferenza Alto Vicentino), si era astenuto una volta resisi tutti conto che le schede, dopo le pretese avanzate dai sindaci bassanesi, erano state riviste a danno dell’ospedale di Santorso.

“Se manca la solidarietà tra colleghi significa che siamo morti – aveva commentato Rigoni Stern a seguito del ‘sì’ dei sindaci del distretto bassanese, che compatti avevano fatto da spalla alla Regione – Ho presenziato e non ho delegato l’incontro per capire bene il meccanismo. Mi sono chiesto se ci stesse rendendo conto che si parlava di sanità e non di tessere di partito”.

Munari dal canto suo, a nome di tutti i sindaci dell’Unione Montana di cui è presidente, ha voluto sottolineare che solo grazie alla mediazione con dirigenza e Regione è stato possibile arrivare all’accordo.

A.B.

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