I cimbri sull’altopiano di Asiago. I ladini del Comelico. Le comunità friulane del Portogruarese. Sono le tre ‘isole’ linguistiche del Veneto destinatarie del progetto ‘Primis’, esperienza di collaborazione transfrontaliera tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Slovenia per la valorizzazione delle minoranze linguistiche. Per l’Unione europea la presenza di comunità che hanno conservato lingua, storia, costumi e tradizioni particolari rappresenta non solo un patrimonio culturale del territorio, ma anche un motivo di attrazione e una risorsa da valorizzare in chiave turistica.
Il progetto, presentato nelle scorse settimane a Venezia nella sede del palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto, è finanziato con 2,8 milioni di euro di fondi Ue nell’ambito dell’Interreg Italia- Slovenia e coinvolge le più significative minoranze linguistiche dell’area dell’Alto Adriatico: un’area popolata da circa 8 milioni di abitanti, per sua natura area multiculturale e multilinguistica per la presenza delle minoranze nazionali slovena e italiana e di altre comunità linguistiche (come appunto i cimbri, i ladini e i friulani in Veneto) che la rendono unica rispetto ad altri territori.
Il progetto di cooperazione ‘Primis’ prevede la realizzazione di quattro centri multimediali (due in Veneto, a Bibione e nel Comelico, uno a Trieste e uno a Capodistria) con relative piattaforme digitali, una mostra itinerante multimediale, un festival transfrontaliero delle comunità linguistiche autoctone, la realizzazione di dizionari multimediali relativi alle espressioni più comuni ad uso turistico, itinerari tematici a valenza turistica, pacchetti turistici transfrontalieri, la formazione di giovani ‘ambasciatori’ che guideranno turisti e appassionati nella conoscenza in loco della lingua e della cultura di queste minoranze, creando così occasioni e proposte di turismo culturale. Nell’ambito del progetto triennale di cooperazione è previsto anche il recupero del palazzo settecentesco Gravisi-Buttorai a Capodistria, che diventerà sede del primo museo multimediale della comunità italiana in Slovenia.
Al Veneto spetterà raccogliere e rielaborare i contenuti linguistici e culturali con strumenti ICT realizzare la piattaforma multimediale e un’applicazione digitale con mappe geografiche georeferenziate: tutte attività propedeutiche all’allestimento dei quattro centri multimediali e all’avvio degli itinerari tematici.
Oltre alla Regione Veneto, che gestirà 500 mila euro del budget complessivo del programma, i partner del progetto sono la Fondazione Centro Studi Transfrontaliero del Comelico e Sappada, il GAL Venezia Orientale, la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Unione italiana in Slovenia, la Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana in Slovenia, l’Unione regionale economica slovena, la Camera per il turismo e l’ospitalità della Slovenia. Capofila del progetto è l’Unione italiana di Capodistria.
“Il progetto valorizza il patrimonio culturale materiale e immateriale delle comunità linguistiche autoctone come valore aggiunto per lo sviluppo economico e del turismo culturale e sostenibile dei territori – sottolinea Manuela Lanzarin, assessore regionale alle minoranza linguistiche – Far conoscere le specificità di un territorio contribuisce a far comprendere la storia, in particolare alle generazioni più giovani, valorizzando identità locali e percorsi di autonomia”.
Alla presentazione di avvio di Primis sono intervenuti, oltre all’assessore Lanzarin, Maurizio Tremul dell’Unione italiana in Slovenia (capofila del progetto), il segretario generale del ministero per gli sloveni all’estero Robert Koje, la responsabile della direzione Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia Antonella Manca, i rappresentanti delle due associazioni della minoranza slovena in Friuli Venezia Giulia Xenia Dobrila e Walter Bandelj, Cinzia Gozzo del Vegal, Liviana Ferrario della Fondazione Centro Studi Transfrontaliero del Comelico e Sappada, Claudia Pergar della Camera per il turismo e l’ospitalità della Slovenia.
a cura ufficio stampa Regione Veneto