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Foza–Salcedo. Alpini rendono onore al Capitano Enirco Busa, eroe della Grande Guerra

Il maltempo ci ha provato, ma gli Alpini hanno reso comunque l’omaggio in memoria al Capitano Enrico Busa di Salcedo, eroe della Grande Guerra e medaglia d’argento al valore militare.

La giornata di commemorazione, che comprendeva anche l’inaugurazione della trincea sulle Melette di Foza recuperata dal gruppo Alpini di Salcedo e Foza, si è tenuta comunque, non sulla cima di monte Castelgomberto dove il 4 dicembre del 1917 trovò la morte il capitano degli Alpini Enrico Busa, ucciso con un colpo di proiettile in fronte dagli austriaci, ma bensì nella sede degli Alpini di Foza.

Che niente abbatta gli Alpini è cosa nota. Riprova ne è stata domenica 10 settembre, quando per le avverse condizioni del tempo, hanno invertito la colonna che si stava inerpicando sulla strada bianca dei Lazzaretti, predisponendo come luogo di cerimonia la sala della casa degli Alpini di Foza dove don Duilio, cappellano militare in congedo giunto da Castel di Godego, ha  accomunato  parole di fede e dovere di Patria che pulsano nel cuore di ogni alpino. Pensieri ripresi da Giuseppe Rugolo presidente della sezione Ana di Bassano del Grappa: “Don Duilio mi ha aperto ancora di più il cuore, perché noi non cerchiamo la guerra, ma ricordiamo le gesta ed il sacrificio di tutti gli alpini d’Italia, di tutti gli eroi che sul fronte di guerra e tremando, anche di paura, hanno combattuto per l’ideale di Patria”.

Struggono i cuori alle penne nere quando entra in sala la famiglia del Capitano Enrico Busa, orgogliosi del loro avo e del ricordo a lui reso, ma ancor più per il buon carattere ed i valori dell’amicizia che il giovane alpino Busa che mai tradì fino all’ultimo dei suoi giorni, nella trincea recuperata dagli Alpini di Salcedo e di Foza,  poco distante da Malga Lora sul monte Castelgomberto sulle Melette di Foza.

“Questo progetto è partito poco più di un anno fa, alla ricerca del cippo commemorativo del capitano Busa, del quale resta solamente una foto in bianco e nero,  di quasi cento anni fa – spiega Ivano Pasquale capogruppo alpini di Salcedo e fautore dell’evento – La nostra volontà è stata di mettere una nuova lapide in suo onore, ma la ricerca del cippo storico continuerà, questo grazie alla Comunità Montana dei 7 Comuni ed all’amministrazione comunale di Foza, oltre a tutti i volontari che ci hanno dato una mano”.

“Non potevamo non accogliere la richiesta di Ivano Pasquale, perché anche se ricadente per territorialità nel nostro comune, la storia del Capitano Busa è un patrimonio universale – commenta Mario Oro sindaco di Foza – Quanto accaduto sul nodo delle Melette durante la Grande Guerra è stato un episodio cruciale, spesso poco ricordato, per la storia del nostro Paese, dove il capitano Busa ed i suoi uomini lottarono fino all’ultimo per non cedere all’avanzata austriaca nell’autunno del ’17”.
“Se morirò non dimenticatevi di me”, la preghiera di ogni soldato in fronte ripresa Luigi Montoli tenente colonnello del Comando delle Forze Operative Terrestri, intervenuto al posto dell’atteso generale Amedeo Sperotto, riassumendone lo spirito della giornata in memoria del Capitano Busa: “Al concetto della memoria va legato il concetto del dovere a tutto campo, anche morale – continua – Abbiamo il compito di esportare e divulgare quanto più possibile i valori per cui migliaia di uomini hanno dato la loro vita per la Patria”.

Chi era il Capitano degli Alpini Enrico Busa
Ne traccia un quadro Antonio Gasparini, sindaco di Salcedo: “Enrico Vittorio Amedeo Ottavio è nato a Salcedo il 5 agosto del 1989, ottavo di nove figli, il papà Giovanni Maria, originario di San Giacomo di Lusiana  e la mamma Giovanna Zotti, originaria di Breganze. La famiglia ben presto si trasferì a Salcedo dove il padre ricopriva il ruolo di segretario comunale. Durante il primo conflitto mondiale fu chiamato alle armi ed assegnato al Battaglione Marmolada del 7° reggimento Alpini, dove ottenne il grado di Capitano di completamento ed in alterni periodi fu chiamato a comandare il proprio battaglione di appartenenza.
Dalle testimonianze lasciate da chi all’epoca ebbe l’occasione di conoscerlo viene descritto come un soldato allegro, che amava la vita e l’amicizia. Il Capitano Enrico Busa morì in combattimento il 4 dicembre del 1917, dopo essersi battuto come un leone assieme ai suoi soldati, nel tentativo di arginare l’avanzata austriaca e bosniaca”.

Paola Viero