“Il diritto di prelazione delle malghe pubbliche vicentine (141 in tutto, 78 nel solo Altopiano dei Sette Comuni, secondo i dati della Regione Veneto) a favore dei giovani del territorio non va nella direzione della tutela di chi da decenni, e in alcuni casi addirittura da un secolo, le gestisce generazione dopo generazione, con passione e competenza”. Vogliono avere il diritto di prelazione gli storici conduttori delle malghe pubbliche del nostro territorio o oggi, lo chiedono ufficialmente.
“Se da una parte è corretto incentivare gli under 40 ad entrare nel mondo dell’agricoltura – sottolinea Cia Vicenza – dall’altra le Istituzioni competenti sono chiamate a dare continuità all’egregio lavoro svolto dagli storici conduttori delle malghe. Occorre, in altri termini, trovare il modo di premiare in maniera corretta coloro i quali da tempo immemore curano e rendono appetibili i territori stessi”. In altri termini, chiarisce il presidente di Cia Vicenza Antonio Bressan: “non basta il requisito dell’età anagrafica per portare avanti tali attività, piuttosto bisogna dimostrare la solidità dell’azienda. E chi opera da decenni in montagna è sicuramente una risorsa da valorizzare, per il bene della comunità”.
I problemi dei malgari
Va un po’ meglio, invece, per le malghe con locali atti alla ricettività o con dei punti vendita di prodotti agricoli. “L’obiettivo – conclude Bressan – dev’essere un nuovo appropriamento di tali strutture da parte delle aziende locali. A loro il compito di far conoscere la montagna vicentina, unitamente ai piatti tipici e alle escursioni”. Cia Vicenza, infine, auspica che venga resa esecutiva al più presto la legge regionale 4 del 21 marzo 2023 “Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe”.
di Redazione AltovicentinOnline