Il Milite Ignoto, celebrato con il Requiem di Mozart nella suggestiva cornice di Forte Maso, per ricordare i soldati morti durante la guerra e per non dimenticare anche la devastazione della tempesta Vaia, che nell’ottobre di 3 anni fa rase al suolo moti boschi dell’Alto Vicentino, dell’Altopiano e delle Dolomiti.
‘Vento, ferro e fuoco’ è l’evento andato in scena sabato 25 settembre a Forte Maso, con il patrocinio della Regione Veneto e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha portato sul palco i Musici di Santa Cecilia, che hanno eseguito l’opera in Re minore K626 che Mozart aveva iniziato su commissione, eseguito in parte per sé stesso, ma poi alla sua morte nel 1791 fu completata dall’amico e allievo Franz Xaver Süssmayr.
Un’opera struggente, coinvolgente, una messa solenne per ricordare chi non c’è più, per rivivere il ricordo lasciandosi trasportare dalle emozioni. Presenti il delegato della Provincia e sindaco di Schio Valter Orsi, con l’assessore Sergio Rossi ed il presidente del Consiglio Sergio Secondin, l’assessore alla Cultura di Valli del Pasubio Fabio Vigato e la rappresentanza dei Carabinieri. Un toccante messaggio del governatore del Veneto Luca Zaia è stato letto, per sottolineare la solennità e l’importanza dell’evento.
“Stiamo ricominciando a vivere dopo due anni di lockdown – ha commentato commosso Marco Brunello, presidente dell’associazione Forte Maso, che da anni si occupa di promozione storica e culturale – Nel Centenario del Milite Ignoto, noi che abitiamo il Pasubio, non possiamo tirarci indietro dal celebrare il ricordo del soldato che rappresenta tutti i giovani morti in battaglia, per difendere il Paese, lo Stato, la nostra storia”.
Al termine del Requiem, lo svelamento della scultura dell’artista Wilhelm Senoner. Un’opera in bronzo, un uomo rosso come il Sojo Rosso del Pasubio, che gli sta di fronte e che l’uomo guarda.
La statua di Wilhelm Senoner è simbolo di un evento straordinario: durante la fusione nella colata sono state gettate nella medaglie appartenenti a soldati decorati nella Grande Guerra e il loro nome è stato inciso in una targa ricordo ai piedi della statua. Un dono che va oltre il gesto di solidarietà, con i soldati decorati diventati parte integrante dell’opera, che così ha di fatto un rilevante valore storico e simbolico.
di Redazione Altovicentinonline