La sua è la storia di una ragazzina iperattiva nata e cresciuta in un paesino della Lettonia, con solidi valori e con in testa una sola convinzione: nulla è impossibile.
Si chiama Alisa Zinovjeva, è un soprano, ha cominciato a lavorare a 12 anni guadagnando più di suo padre, ha incontrato il Papa e Michail Gorbačëv e a Thiene e in tutto l’Alto Vicentino è famosa per essere la fondatrice e direttrice delle ‘Cicaline’, il gruppo di ragazzine canterine che sono arrivate fino allo Zecchino d’Oro.
Ma Alisa Zinovjeva non è solo la ‘regina’ delle Cicaline, è molto molto di più. E’ un soprano, innanzitutto, che in piazza della Scala a Milano ha deciso la svolta della sua vita.
Chi è Alisa Zinovjeva?
Sono una ragazza semplice, della provincia ‘sperduta’ della Lettonia, che ha realizzato i suoi sogni ed è arrivata in Italia 22 anni fa. A volte mi guardo indietro e penso che la mia storia sia una fiaba. In realtà non lo è, ma è una storia talmente irripetibile che a volte stupisce anche me stessa.
Quando ha iniziato il suo percorso lavorativo?
Ho cominciato a lavorare a 12 anni, non per necessità o costrizione, ma per una mia libera scelta e per una sorta di curiosità giovanile. Per ogni nuovo anno scolastico non volevo far pesare sul budget famigliare il tutto necessario per la scuola. Ricordo quegli anni come più soddisfacenti della mia adolescenza. Nei mesi estivi, durante le vacanze, passavo le mattine e i primi pomeriggi a raccogliere la frutta e diserbare la verdura nei campi del comune, guadagnando più di mio padre. Da allora non ho più pesato alla famiglia e ho sempre proseguito nella ricerca d’indipendenza economica.
Quando ha deciso che sarebbe diventata una cantante e qual è stato il percorso?
La mia scelta di diventare una cantante all’inizio non era consapevole, semplicemente ero una bambina superattiva e per investire la mia energia su qualcosa di positivo e costruttivo i miei genitori non ci hanno pensato due volte e mi hanno iscritta, all’età di 8 anni, nelle altre due scuole oltre l’elementare, la scuola di musica e la scuola sportiva. Facevo 3 scuole contemporaneamente e tornavo a casa tardissimo trascinando la mia fisarmonica, lo strumento di specializzazione musicale, che pesava più di me, avanti e indietro. Dopo un trauma alla schiena a 12 anni ho dovuto concentrarmi più sulla musica che piano piano è diventata di assoluta priorità. La decisione definitiva di diventare una cantante è avvenuta a 19 anni, quando all’esame di canto al Collegio Musicale di prestigio a Riga ho preso il 10 e lode dalla mia docente di canto e la commissione competente. Quel voto mi ha stimolato tantissimo facendomi sognare da subito l’Italia come una mecca della lirica.
E poi?
A 16 anni, per 2 anni, fino a raggiungere la maggiore età, prendevo ogni giorno il treno, mattina e sera, per andare a studiare a Riga. Facevo quasi due ore di andata e altrettante di ritorno, sfruttando il tempo del viaggio per completare i compiti. Non ho mai sentito la stanchezza, ero entusiasta e felice, con solo il grande desiderio di diventare qualcuno per evolvere dignitosamente e non rimanere nella provincia, dove non vedevo tanta prospettiva per il mio futuro. Nello stesso periodo ho conosciuto dei cantanti affermati lettoni e sono entrata a far parte del coro polifonico ortodosso di notevole importanza, cominciando il percorso molto interessante da punto di vista del repertorio e sviluppo vocale. 5 anni d’esperienza mi hanno portato un arricchimento non indifferente.
Poi sono cominciate le tournée… Il lavoro vero per un cantante ma anche la soddisfazione…
Numerose tournée europee, in pullman, a volte di 30 o 40 giorni. Hanno inciso notevolmente sulla formazione del mio carattere rafforzandolo e aprendomi le porte ad un nuovo mondo mai conosciuto prima. Nel 1995 il mio primo e più significativo viaggio a Roma, con tanto di udienza del coro dal Papa e le passeggiate notturne per la città eterna. Quante emozioni indescrivibili. Al ritorno c’è stata la decisione indiscutibile di tornare a tutti i costi per poter proseguire gli studi in Italia.
Tanto impegno. Ma lei era cittadina dell’ex Unione Sovietica, non deve essere stato facile venire in Italia.
La sorte fu favorevole mettendo sul mio cammino le persone giuste, che mi hanno aiutato e supportato nella mia decisione. Era il 1997, erano gli anni dei grandi cambiamenti e molte difficoltà nei paesi dell’Ex Unione Sovietica. L’Ambasciata italiana a Riga ed il console hanno in considerazione la mia richiesta, sostenendo tutte le problematiche burocratiche e dandomi, dopo 1 anno di faticose procedure, il visto per lo studio. Mi sono ‘cresciute le ali’ e l’ammissione al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dopo enorme concorso e gli esami hanno coronato il mio primo sogno. Sarò riconoscente all’Ambasciata per tutta la vita avendo creduto in me e dandomi la possibilità di studiare in Italia, supportandomi per 5 anni anche con una borsa di studio.
Immagino sia stata una gioia immensa vedere spalancare le porte del futuro dopo così tanto impegno.
La pazienza è la virtù dei forti, me lo sono sempre ripetuta ed è diventato il mio primo consiglio per i miei giovani allievi. Chi è troppo impaziente non raggiungerà mai un risultato ottimale. La mia pazienza, la determinazione e la disciplina ferrea si sono formate nell’età giovanissima. Adesso viviamo in un’epoca non facile, frenetica e stressante, dove c’è tantissima competizione, immensa vastità delle possibilità, a volte purtroppo con poca qualità e rara meritocrazia. Nella corsa infrenabile molti perdono per strada i valori e la qualità che tutti pretendono, ma quasi nessuno vuole dedicare le proprie forze. La gente si infastidisce se non ha tutto e subito e non capisce che a volte per ottenere dei risultati duraturi e credibili ci vogliono anni di dedizione, sacrifici ed impegno costante. Spesso noto delle giovani ‘meteore’ che passano e nel breve svaniscono nel nulla, senza lasciare una traccia significativa. Vedo molti giovani viziati e mi dispiace che non conoscono la fatica e soddisfazione nel guadagnare qualcosa da soli per poterlo apprezzare.
Quando ha capito di avere fatto la cosa giusta?
Non ho mai avuto dubbi, ma quando a 22 anni mi sono trovata in piazza della Scala a Milano sono stata travolta dell’emozione. Ho pianto incredula ammirando il teatro con i miei occhi e ho potuto assistere ad uno spettacolo. Quell’atmosfera magica e quel profumo autentico di arte hanno fatto nascere un nuovo sogno in me, quello di riuscire un giorno a salire sul palco per interpretare un opera. Nel 2003 il sogno si è avverato: su 300 candidati da tutto il mondo sono stata ammessa all’Accademia d’Arti e mestieri dello spettacolo del Teatro alla Scala e ho debuttato nell’opera di Donizetti. Trascorsi 2 anni a Milano ottenni il diploma e proseguii con la carriera nei principali teatri italiani ed europei accanto agli alcuni dei miei mentori.
Esperienza meravigliose, una vita a contatto con personaggi famosi. Una serenità nel suo viso che esprime la gioia di essersi impegnata tanto per una cosa che voleva e alla fine è stata ripagata. Anche con un pizzico di fortuna diciamolo. Ma la fortuna non va mai a caso, è risaputo.
La mia lunga formazione artistica e le esperienze mi hanno insegnato che non ci si deve arrendere mai, che si deve essere costanti nei desideri, che gli obiettivi vanno posti con onestà e poi si deve essere determinati per raggiungerli. Bisogna saper usare le proprie forze. Io mi ritengo un’artista molto fortunata, ho conosciuto tantissimi personaggi famosi che hanno contribuito la mia formazione ed hanno influenzato il modo di pensare. Sono sempre stata affascinata dal talento, qualsiasi esso sia. Ho notato l’umiltà e grandezza umana di alcuni personaggi irraggiungibili e l’arroganza in quelli mediocri, constatando che la notorietà a volte è sconsigliata alle persone presuntuose perché fa girare la testa e allontana dalla realtà.
Mi sento appagata e soddisfatta di essere circondata da persone in continua crescita ed evoluzione con le idee chiare e determinate nei desideri.
Oggi lei non fa più tournée, si dedica alle sue Cicaline, alla formazione di giovani talenti. Un privilegio per l’Alto Vicentino avere in casa un talento come il suo e un’artista così forte nella personalità. Ha molto da insegnare, non solo il canto.
Ora cerco di rendermi utile ai miei allievi contribuendo in un modo o altro alla formazione dei giovani talenti tramandando loro le mie conoscenze sull’arte del canto e l’esperienza di vita. La nascita di mia figlia, che ho desiderato tanto, ha rivoluzionato la mia vita. Ora posso conciliare le due cose essenziali, il lavoro e la famiglia. Grazie a lei ho cominciato ad essere più selettiva negli impegni professionali per poter seguire la sua crescita. Nel 2016 ho costituito l’Associazione Recitar Cantando a Thiene e ho ideato l’Altovicentino Talent Show per stimolare e supportare i giovani a poter realizzare il loro sogno.
A questi giovani che messaggio vuole dare?
Spero che la storia di una ragazzina nata e cresciuta nella sperduta provincia della Lettonia e finita sul palcoscenico con i più grandi artisti grazie alla sua determinazione a all’immenso impegno possa essere un esempio per quelle persone che nutrono un sogno nel cuore. La vita è davvero così incredibile che ti può riservare delle svolte meravigliose. Basta volerlo davvero, basta impegnarsi tanto. Nulla è impossibile, sognate, siate determinati, pazienti, perfezionate il vostro mestiere quotidianamente, siate solari, circondatevi dalle persone positive, non ascoltate la critica negativa degli invidiosi, ma cogliete i consigli di quelli che credono in voi e renderete il mondo intorno a voi migliore.
Per chi vuole sostenere ‘Recitar Cantando’ e il coro Le Cicaline, l’associazione di Alisa Zinovjeva, è possibile farlo donando il 5Xmille a: 91045090247.
Anna Bianchini