“Scienza e medicina ci fanno credere che il corpo umano sia una macchina, ma le emozioni e quello che generano all’interno del nostro fisico dimostrano che l’uomo è anche consapevolezza e la consapevolezza si fonde nella materia”.

C’è una scienza insomma, che unisce materia ed emozione, dando vita all’uomo. E se lo dice Federico Faggin, scienziato ed inventore del microprocessore, grazie al quale ruota tutta la tecnologia moderna, c’è da crederci.

O quantomeno, impone una riflessione seria. Il fisico vicentino, presente ad una serata organizzata dal Lions Club Thiene Host, riunito nel ristorante Da Beppino a Schio ad ascoltare le nuove teorie di uno dei personaggi più importanti del nostro secolo, ha spiegato la ‘svolta’ che lo ha portato dall’essere uno scienziato ‘puro’ ad uno scienziato impegnato a studiare la natura della conoscenza, l’esperienza soggettiva dell’essere umano e la sua relazione con il mondo fisico.

“Molti scienziati sono convinti che in un futuro il computer potrà essere consapevole – ha spiegato Faggin – ma la vita è un miracolo, è molto più di una macchina. La vita ha un sistema molto diverso dal computer: il computer è un sistema chiuso e i bit sono scollegati dalle particelle, le cellule che compongono l’essere umano invece, vivono in simbiosi con l’ambiente circostante, all’interno di un sistema molecolare”.

Mondo esterno e mondo interno che coesistono, si mescolano, si fondono, dando vita all’uomo, che è la somma del suo corpo e delle sue emozioni.

“Noi siamo la combinazione di campi quantici – ha continuato il fisico – La macchina non potrà mai essere superiore all’uomo, perché le manca la consapevolezza”.

E’ un’evoluzione concettuale quella espressa da Federico Faggin, banale forse per chi ha sempre ritenuto ‘ovvio’ che il Lyons4pensiero umano, dato dalla somma delle esperienze e dalla percezione soggettiva del mondo che ci circonda, contribuisca alla formazione dell’individuo. Un ‘ovvio’ che però lo scienziato spiega con analisi tecniche, imposte dalla sua formazione.

“Anni fa, come tutti gli scienziati, credevo esistesse solo la materia” ha spiegato Faggin, racchiudendo in una frase tutta l’essenza della sua evoluzione da scienziato puro a scienziato umanista, che ha riscoperto l’uomo grazie all’analisi della sfera emotiva, soggettiva ed eterea, che lo pone definitivamente al di sopra delle macchine più sofisticate.

“La scienza della coscienza è una disciplina nuova e intimamente interdisciplinare comprendente le neuroscienze, la filosofia, la psicologia, la fisica e l’antropologia, che indaga sulla relazione tra la mente, il cervello e la realtà fisica – ha spiegato lo scienziato – L’essenza della coscienza è la sua capacità di percepire e conoscere attraverso sensazioni e sentimenti, si basa su principi cognitivi e non materialistici. Secondo questo modello, la coscienza è una proprietà olistica (che si spiega solo analizzando il tutto e non le singole componenti) irriducibile dell’energia primordiale di cui tutto è costituito (spazio, tempo e materia). Come tale, la coscienza può crescere soltanto se i componenti di un sistema si aggregano olisticamente, come avviene in una cellula”. Da qui ne consegue, che essendo il computer un sistema riduttivo, la sua ‘coscienza’ non può aumentare con il numero dei suoi componenti elementari (i transistor), pertanto non può superare quella di un transistor.

Ma che cos’è quindi la consapevolezza, quell’elemento non materiale che rende l’uomo così indiscutibilmente superiore alle macchine?

“La consapevolezza è il ‘senso di sé’ ed è data dai sentimenti, è il fatto che sappiamo di esistere – ha spiegato Faggin – La consapevolezza è quindi quella speciale capacità di un sé di conoscere attraverso i sentimenti. È ciò che rende senziente il sé, è l’unione delle sensazioni che provengono dai sensi fisici (vista, udito, gusto, olfatto e tatto) con i pensieri e i sentimenti più elevati a livello spirituale.

LyonsLa consapevolezza quindi è la capacità di percepire e conoscere sia il mondo esterno che il mondo interno attraverso una esperienza senziente. La consapevolezza è ciò che ci permette di sentire il profumo di una rosa, cioè di tradurre il profumo, che sono delle molecole particolari che a contatto con i sensori dell’odore nell’epitelio nasale producono certi segnali elettrici, in un sentire. Anche un computer potrebbe riconoscere, in base a determinati impulsi elettrici, l’odore di una rosa, ma l’essere umano fa di più: traduce i segnali elettrici dati dal profumo in base alla sua consapevolezza individuale e lo trasforma in un sentimento. Lo stesso vale per le parole”.

Ecco quindi spiegato scientificamente perché per un computer le parole ‘amore’ e ‘odio’ sono semplici accozzaglie di lettere, mentre per un essere umano fanno la differenza tra la disperazione e la felicità.

Anna Bianchini

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