Un mondo di emozioni e testimonianze attraverso gli occhi di giovanissimi fotografi. Le fotografie esposte in questa mostra raccontano storie che sfuggono spesso all’attenzione del mondo, offrendo uno sguardo unico e autentico su luoghi di crisi e speranza. Uno sguardo autentico, senza stereotipi, alle complesse realtà di chi convive con le crisi umanitarie ogni giorno.
Arriva a Schio grazie alla volontà dell’Oratorio Salesiani Don Bosco , in collaborazione con il Comune di Schio ed in sinergia con Still I Rise  la splendida mostra fotografica “Through Our Eyes”.
E’ un progetto di forte impatto che sarà esposto e aperto al pubblico il 5 e 26 ottobre allo Studio Box (Piano 1 – Lato 23) del Faber Box.
Le foto raccontano da un punto di vista inedito il campo profughi dell’isola greca di Samos, i campi per sfollati interni del Nord-Ovest della Siria e la baraccopoli di Mathare a Nairobi. Tutti gli scatti sono stati realizzati con macchine fotografiche usa e getta dai giovanissimi studenti e studentesse delle scuole di Still I Rise, organizzazione non profit internazionale che garantisce istruzione e protezione a minori profughi e vulnerabili in diversi Paesi del mondo.
All’inaugurazione, in programma per sabato 5 ottobre alle ore 9:30, parteciperanno i volontari del Gruppo Territoriale Veneto di Still I Rise, che racconteranno la mostra ai visitatori.
IL PROGETTO FOTOGRAFICO
“Through Our Eyes” è un progetto fotografico a lungo termine, partito nel 2019 e tuttora in corso, che ha coinvolto 156 minori dai 9 ai 17 anni. I giovanissimi fotografi sono tutti studenti e studentesse delle scuole di emergenza e delle scuole internazionali di Still I Rise.
Il progetto ha finora toccato Samos, dove sorge uno degli hotspot delle isole greche, i campi per sfollati interni di Ad-Dana nel nord-ovest della Siria e lo slum di Mathare a Nairobi, in cui vivono circa 500 mila persone in condizioni di estrema povertà.
A tutti i 156 minori è stata data la possibilità di seguire un corso di fotografia condotto da Nicoletta Novara, ideatrice del progetto, nella scuola “Mazí” (Samos) e presso la “Still I Rise International School” (Nairobi), e dal fotografo siriano Mahmoud Faisal nella scuola “Ma’an” (Nord-Ovest della Siria). Al termine del corso è stata consegnata loro una macchina fotografica usa e getta con cui gli studenti hanno potuto raccontare la difficile condizione vissuta in prima persona.
L’obiettivo principale del progetto e il filo rosso che unisce questi luoghi del mondo, così diversi e lontani fra loro, è proprio quello di dare la possibilità a dei bambini di esprimersi tramite un linguaggio universale come la fotografia. “Through Our Eyes” parla di migrazione, guerra e povertà come mai prima. Lo fa attraverso uno sguardo interno in cui il punto di vista del fotografo e i suoi sentimenti sono necessari per comprendere quello che sta accadendo. Con “Through Our Eyes” viene finalmente meno quella narrazione stereotipata e semplicistica che spesso crea ignoranza e paura.
Si parla spesso di “crisi umanitarie”, eppure per descriverle si utilizzano numeri, fatti e report. Sono crisi umanitarie perché al centro, ovvero quelli che ne pagano le conseguenze, ci sono persone.
Un passo, uno dei tanti, per cercare di capire anche quello che fa paura o tutte quelle situazioni che si ritengono lontane dalla propria realtà, è quello di guardare attraverso gli occhi di chi si trova a vivere situazioni estreme e profondamente ingiuste e cerca comunque di guadagnarsi il proprio domani un passo alla volta. Il progetto fotografico è diventato una mostra che, a oggi, ha raggiunto oltre 100 città tra Europa e Stati Uniti d’America.
Il primo capitolo di “Through Our Eyes”, quello relativo a Samos con le fotografie scattate da minori residenti nel campo profughi dell’isola, è diventato il libro “Attraverso i nostri occhi”, edito da Bur e uscito in tutte le librerie d’Italia il 3 novembre 2020. Il volume si apre con una favola scritta da Nicolò Govoni, Presidente e Direttore esecutivo di Still I Rise, e prosegue con una selezione degli scatti della mostra. Ogni fotografia è accompagnata da una nota scritta dagli stessi minori che ricordano il periodo passato sull’isola e raccontano dei propri sogni e speranze per il futuro.Fondata nel 2018, STILL I RISE è un’organizzazione non profit indipendente che offre istruzione di eccellenza ai bambini profughi e vulnerabili. Attiva in Nord Ovest della Siria, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Colombia e India, l’organizzazione è presente anche nella Svizzera Italiana, in Germania e negli Stati Uniti d’America.ULTERIORI INFORMAZIONI
Via Tito Livio 23, Schio (VI)
Presso Studio Box Piano 1 lato 23 Faber Box
La mostra sarà visitabile sabato 5 e 26 ottobre dalle ore 9:30 alle ore 13. Saranno presenti anche i volontari di Still I Rise per approfondimenti e visite.
Ingresso gratuito
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